Mitterrand: Bush protesti pure

Mitterrand: Bush protesti pure PAKISTAN Riaffiora il timore che Islamabad possa costruire la bomba atomica Mitterrand: Bush protesti pure La centrale a Benazir allarma Washington PARIGI NOSTRO SERVIZIO Ben presto la «bomba islamica»? Il timore che il Pakistan possa finalmente fabbricare — dopo anni di febbrile attesa — una bomba nucleare di grande potenza è da ieri palpabile a Washington che ha ufficiosamente protestato con Parigi. A Vienna, nella sede della Aiea (Agenzia internazionale dell'energia atomica), il dossier Pakistan è stato rispolverato e un'equipe di tecnici sta valutando i rischi della «bomba islamica». L'Aiea è l'agenzia che l'Onu ha istituito per evitare che il nucleare civile serva per fini militari. Ma a Parigi le polemiche scoppiate dopo l'annuncio di Mitterrand mercoledì ad Islamabad («costruiremo una centrale nucleare in Pakistan, l'accordo politico c'è, ora spetta agli industriali definire i termini del contratto») non turbano più di tanto il governo. Il Presidente ha risposto dal Bangla desh, seconda tappa del suo viaggio in Asia, alle critiche Usa con un gesto stizzito della mano: «Se gli americani vogliono protestare, facciano pure...». Il dossier Pakistan (Paese in grave deficit energetico) è in effetti più complesso di ciò che appare a prima vista. I francesi forniranno una centrale nucleare di media potenza (due reattori da 900 Mw ciascuno). Ma «solo gli israeliani» — come sostiene un funzionario francese — sarebbero capaci di produrre in una simile centrale, a basso tasso di arricchimento del combustibile di uranio, il plutonio necessario per una bomba atomica. E comunque per i pachistani sarebbe ben più facile ricavare il plutonio nel piccolo reattore Kanupp (130 Mw) che i canadesi hanno costruito vicino a Karachi. In ogni caso sarebbe necessario violare i sigilli con i quali l'Aiea (della 7uale il Pakistan fa parte) «piomba» tutti gli elementi principali di una centrale nucleare. Come si vede se anche il Pakistan di Benazir Bhutto volesse profittare della buona fede dei francesi — che credono nel perdurare della svolta democratica delia signora Bhutto — la strada per giungere alla «bomba islamica» sarebbe lunga e tortuosa. Ma i timori di oggi in realtà sono più politici che strategici. Nel Kashmir, il territorio conteso da 40 anni tra Pakistan e India, gli scontri sono stati intensi nelle ultime settimane. Lo spettro di un'altra guerra indo-pachistana (l'ultima ebbe luogo nel 1971) si è fatto più vicino, nonostante gli inviti alla pace lanciati da una parte e dall'altra. Paolo Potetti

Persone citate: Benazir Bhutto, Bhutto, Bush, Mitterrand, Paolo Potetti