L'economista compra un'isola

L'economista compra un'isola In vista dell'Expo 2000 un americano sbarca a Venezia e acquista Tessera L'economista compra un'isola II prezzo è segreto, entro ottobre dovrebbe ospitare un centro mondiale di studi sulla finanza Nell'82 un miliardario tedesco ha dato 500 milioni per Buel de Lovo, altra perla della Laguna VENEZIA. «Cara? Non eccessivamente per i parametri nordamericani». Così dice della sua nuova isola Edward De Bono, 56 anni, maltese di origine, americano di adozione, economista di grido in questi ultimi Anni 80. O per meglio dire, un filosofo dell'economia, visto che ha inventato il cosiddetto «pensiero laterale». Un modo diverso di guardare alle scelte economiche che pare sia servito in occasioni celebri, come le Olimpiadi di Los Angeles dell'84, la Coppa America vinta dagli australiani nell'83 o l'impostazione del marketing di una grande compagnia di assicurazioni canadese, la Prudential Insurance. Ebbene, il nuovo lato del pensiero laterale sarà la laguna, un'isoletta, Tessera: 4570 metri quadrati con mille e settecento metri cubi edificati, che si affacciano sul canale di collegamento fra l'aeroporto e l'isola di Murano. De Bono ha deciso di installarvi un centro mondiale del «new thinking», cioè del nuovo pensiero. Le teste d'uovo radunate insieme, a ragionare sulle linee migliori per l'economia. Perché Venezia? Perché è bella, fa immagine. Ma anche perché è il capoluogo del Veneto, dove è sorto un modello di sviluppo basato sulla piccola impresa anche familiare, flessibile, affidabile e rapida nei processi, che De Bono paragona ai casi di Hong Kong e di Taiwan. E soprattutto perché c'è da lavorare come a Los Angeles per le Olimpiadi: l'Expo del 2000 è il soggetto giusto per il suo pensiero laterale. Laureato in medicina e psicologia, 31 libri alle spalle, un tipo che dà del tu a Ronald Reagan e a Kaspar Weinberger e che per un intervento ai convegni chiede non meno di 15 mila dollari, De Bono conta di partire a maggio con corsi per piccoli gruppi di economisti, imprenditori e politici. Per arrivare a ottobre alla fondazione del nuovo centro e al primo incontro con i responsabili delle maggiori fondazioni al mondo. L'acquisto di un'isola da par¬ te di un privato può apparire suggestivo, ma non è affatto una novità. Da anni questi lembi di laguna languono, abbandonati al loro destino: invasi dai topi, ricettacoli di spazzatura, con gli edifici che crollano. Anni fa il Comune aveva deciso di metterle in vendita, ma l'idea non ha avuto seguito. Sono riuscite a trovare mercato soltanto quelle già in proprietà privata. Come Buel de Lovo, comprata nell'82 da un facoltoso tedesco, l'antesignano dei nuovi «colonizzatori». Costo mezzo miliardo, rimessa in vendita due anni più tardi con annunci a ripetizione sull'Herald Tribune, a quanto pare andati deserti. C'era poi un'isoletta infima, adiacente al centro storico, che la stilista Giuliana Coen Camerino usava per le sue feste. La stessa Tessera era stata visitata più di una volta da possibili acquirenti. Il miliardario austriaco di origine polacca Gernot Langes Swarovski, re dei cristalli di Boemia, si è comprato dagli armeni un'intera valle, la valle Liona, con tanto di borgo, casoni da pesca e un'isoletta, Santa Cristina, per crearvi una tenuta con annesso allevamento ittico. Ma le altre isole sono rimaste terreno demaniale e non riescono a scrollarsi di dosso le pastoie burocratiche, come tutti i fortilizi austriaci dell'800. E quelle monumentali, che il Comune intende dare in concessione, marciscono in attesa che i piani urbanistici decidano la loro destinazione d'uso. Intanto, gli appetiti si accavallano: come per Poveglia, sulla quale hanno puntato gli occhi il Touring Club e una società sportiva veneziana; o come per Sacca Sessola, dove vorrebbero andare il Club Mediterranée, il Centro del turismo studentesco e l'Università di California che intendeva insediarvi un campus estivo. Ma l'indecisione blocca ogni sviluppo, e c'è chi rinuncia: gli americani, per esempio, che non hanno tempo da perdere con le incrostazioni lagunari. Mario Lollo