Etiope rivuole la figlia affidata a due romani
Etiope rivuole la figlia affidata a due romani In attesa del verdetto Sara vive in un istituto Etiope rivuole la figlia affidata a due romani ROMA. Una vicenda, che per certi versi ricorda il caso di Serena Cruz, la piccola filippina tolta ai genitori adottivi, è accaduta a Roma. Una bambina etiope, Sara Wolde Gedey, è contesa tra la madre naturale, Gerina Wolde Letaj, e una coppia di coniugi romani, Vincenzo ed Anna Bonanno. Per il momento la piccola è stata tolta dopo sette anni ai Bonanno, ai quali era stata data in affidamento, e mandata provvisoriamente in un istituto per accertare lo stato psicologico della bambina «al fine di ulteriori decisioni». La storia di Sara comincia nel 1983, quando la madre viene in Italia dall'Etiopia. La donna è incinta e si trasferisce a Roma dove ha alcuni amici che la possono aiutare. Qui dà alla luce la piccola Sara. Ma Gerima Wolde trova lavoro a tempo pieno come colf, non è quindi in condizione di tenere la neonata. De¬ cide quindi di affidare la figlia ai coniugi Bonanno, che aveva conosciuto tramite un parente che lavorava presso l'ambasciata di Etiopia. I Bonanno allevano la piccola come se fosse figlia loro e due anni fa chiedono al tribunale dei minori il suo affidamento. La domanda viene accolta e successivamente i coniugi avviano le pratiche per l'adozione. . A questo punto la madre naturale si oppone, sostenendo che la coppia non ha mantenuto gli impegni a suo tempo concordati con lei. Ad esempio, sostiene Gerima Wolde, già tre anni fa le è stato permesso di vedere la figlia solo tre o quattro volte e due anni fa «addirittura soltanto una volta». La donna quindi rivuole la figlia e i giudici, in attesa di una decisione definitiva, hanno affidato la piccola Sara ad un istituto. (Ansa]
Persone citate: Anna Bonanno, Gerima Wolde, Gerina Wolde Letaj, Sara Wolde Gedey, Serena Cruz
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