La Loren si riprende i quadri
La Loren si riprende i quadri A tredici anni dalla confìsca ha riavuto 105 delle 200 opere della sua collezione La Loren si riprende i quadri Causa vinta per un errore nella procedura Ma l'ultima parola spetta ora alla Cassazione ROMA. Dopo 13 anni Sophia Loren è rientrata in possesso di gran parte della sua favolosa collezione di quadri e sculture valutata una trentina di miliardi che le era stata confiscata dallo Stato per violazione delle leggi valutarie. Sono state già restituite all'attrice le 105 opere custodite nella reggia di Caserta. Stessa sorte toccherà nei prossimi giorni agli altri capolavori che si trovano ancora in deposito giudiziario alla Pinacoteca di Brera a Milano e alla Casa del Manzoni a Lecco. L'operazione di recupero è conseguente alla clamorosa decisione con cui nell'estate scorsa il giudice istruttore di Roma Guido Catenacci, accogliendo il ricorso dei legali della Loren, avvocati Massimo Krogh e Wilfrèdo Vitalone, aveva revocato la confisca di tutte le 200 opere della sua collezione, comprendente tele di vari autori (2 Canaletto, 2 Picasso, 2 Matisse, 2 Renoir, 11 Francis Bacon, 10 Morandi, 5 Magritte, 5 Balla, 4 Modigliani, 4 nature morte del Settecento e 76 dipinti di De Chirico, Braque, Morlotti, Guttuso, Dalì, Dufy, Villon e Kokoscha), sculture di Moore e una serie di icone russe che per 15 anni avevano ornato la sua villa a Marino sui colli Albani. Ma per l'attrice l'odissea giudiziaria non è finita. Infatti la Procura della Repubblica di Roma e l'Avvocatura generale dello Stato hanno presentato ricorso. La Cassazione potrebbe quindi ribaltare il verdetto del magistrato romano e in tal caso la Loren dovrebbe restituire le opere. L'attrice si era rivolta al giù dice Catenacci dopo aver scoperto che la confisca delle opere d'arte era stata indebitamente disposta dalla magistratura sul. presupposto che Elios Vercelloni, amministratore di una sua società di comodo,(la «Villa Sara», proprietaria della villa di Marino), fosse ancora vivo alla data del 25 novembre '78 quando si era aperto il procedimento penale per violazione della legge sul rientro dei capitali, mentre l'imputato era già morto da circa due mesi. Il processo do¬ veva essere quindi annullato. La complessa vicenda iniziò il 30 aprile '75 quando la Loren prima di trasferirsi a Parigi depositò l'intera collezione presso la sede di Roma della Banca Commerciale Italiana. Il contratto di custodia fu, però, intestato a nome di una società fantasma del Liechtenstein, la «Sostar» di Vaduz. L'8 marzo '77 l'attrice ritirò i capolavori contenuti in 17 casse e li trasferì alla sede milanese della banca. Fu così che l'allora sostituto procuratore della Repubblica di Roma Paolino Dell'Anno incriminò la Loren per aver posseduto in Italia — tramite la «Sostar» — opere d'arte in violazione della legge del '76 sul rientro dei capitali. L'inchiesta penale contro l'attrice confluì in quella per esportazione di valuta a carico di suo marito Carlo Ponti. Ma entrambi furono assolti con formula piena. Il pm Dell'Anno aprì, poi, un'inchiesta penale nei confronti del signor Vercelloni, quando però era già morto, disponendo il sequestro dell'intera collezione, confiscata dal giudice istruttore. Il provvedimento, impugnato dall'attrice, fu confermato in Cassazione. Subito dopo la Loren iniziò una causa civile contro i ministeri del Tesoro, Beni Culturali, Finanze e Grazia e Giustizia, rivendicando l'esclusiva proprietà della collezione. Ma è stata sempre sconfitta. Ora, però, Sophia Loren ha potuto finalmente riprendersi la sua amata pinacoteca. Pierluigi Franz La Loren possiede una pinacoteca: opere di Picasso, Renoir, Morandi
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