Gli ultimi litigi dell'affare Enimont

Gli ultimi litigi dell'affare Enimont Sempre più profonda la frattura tra Fracanzani e Montedison, la partita rinviata ad oggi Gli ultimi litigi dell'affare Enimont Cardini diserta l'appuntamento con Cagliari MELANO. Ennesimo rinvio del Comitato degli azionisti Enimont. La riunione fissata per il tardo pomeriggio di ieri presso la sede della joint venture di Piazza Repubblica a Milano è stata fatta slittare a questa sera alle. 19 a Roma. Il nuovo rinvio è stato deciso, recita una scarna nota diffusa in serata, «per accordo tra le parti». Raul Gardini e Gabriele Cagliari si vedranno quindi stasera, alla vigilia del Consiglio di gabinetto di domani che affronterà il caso Enimont. Il Comitato degli azionisti era stato convocato per le ore 18: a quell'ora erano già arrivati il presidente dell'Eni, Cagliari, e gli altri due rappresentanti dell'Ente pubblico, Dario Cifoni ed Enzo Barbaglia. Assenti, invece, Gardini e i suoi. Passano i minuti e si parla di uno slittamento della riunione di un'ora. Ma poco dopo le 19 Cagliari abbandona la sede dell'Enimont, sale sulla sua Alfa 164 e, visibilmente scosso, sussurra: «Non abbiamo fatto niente, è stato rinviato». Cosa è successo? Il nuovo colpo di scena è stato determinato dall'intervento del ministro delle Partecipazioni statali, Carlo Fracanzani, che, prima del vertice dei soci di riferimento Enimont, ha inviato una lettera al presidente dell'Eni, Cagliari, e, sembra, per conoscenza alla Montedison. Fracanzani, in sintesi, ribadisce a Cagliari che non si deve procedere all'assemblea della società del 27 febbraio, convocata per eleggere due consiglieri di amministrazione in rappresentanza degli azionisti di minoranza. La nomina dei due consiglieri, secondo le valutazioni del ministro, sposterebbe a favore del partner privato l'equilibrio all'interno della società. L'impressione, avvalorata da autorevoli fonti politiche, è che questa volta la mossa di Fracanzani sia stata concordata dal presidente del Consiglio, Giulio Andreotti. Ambienti dell'Eni, in serata, hanno fatto sapere di non essere a conoscenza dell'iniziativa del ministro. Cagliari, dopo aver appreso della nuova direttiva del governo, ha parlato con Gardini dell'inattesa novità. Il presidente della Montedison, a quel punto, ha deciso che non era il caso di presentarsi alla riunione del Comitato. E, quindi, con Cagliari ha rinviato l'incontro ad oggi. Molto probabilmente in giornata il presidente dell'Eni si incontrerà con Fracanzani per ulteriori chiarimenti. Perché è così importante la questione dell'assemblea? La convocazione del 27 febbraio può diventare secondaria se prima di questa data Eni e Montedison trovano un accordo su come riorganizzare e dividersi le attività di Enimont. Se, invece, non si trova l'intesa allora l'assemblea degli azionisti può diventare un grimaldello decisivo, per uno dei soci di riferimento, per forzare la situazione. In ogni caso, comunque, non si capisce perché mai l'assemblea, regolarmente convocata e con un ordine del giorno condiviso dai soci di maggioranza, non dovrebbe tenersi. Nel frattempo, mentre i titoli Enimont e Montedison sono falcidiati dalle vendite in Borsa, circolano ipotesi di possibili spartizioni della chimica Enimont. Gardini intenderebbe portarsi a casa il polietilene, una delle attività più redditizie, per integrarlo con le proprie attività, in particolare di Himont. Ma questa richiesta sembra aver trovato un netto rifiuto. D'altra parte in Piazza Affari circolano con insistenza indiscrezioni secondo le quali l'Eni starebbe cercando ima via d'uscita rappresentata da un partner straniero (si fa il nome della americana Union Carbide). In questo clima continuano le prese di posizione, le dichiarazioni politiche, messaggi più o meno fumosi o minacciosi. Il ministro del Bilancio, Paolo Cirino Pomicino,, ha precisato: «Non credo che il trasferimento della chimica Eni alla Montedison sia una privatizzazione possibile. Se noi accettassimo di rimanere in minoranza in Enimont avremmo realizzato un trasferimento surrettizio della chimica Eni a Montedison». Il sindacato dei chimici si è espresso contro la separazione delle attività di Enimont. Secondo Luciano De Gaspari della Filcea-Cgil «verrebbe meno l'ispirazione di Enimont, meglio affidare il comando ad uno solo dei due partner o aprire la società ad altri azionisti industriali». I verdi della Lega ambiente, infine, minacciano una guerra «pacifica, legale e non violenta» contro Enimont. Rinaldo dianola

Luoghi citati: Cagliari, Milano, Roma