Piana Affari, regno dei grandi ribassi di Valeria Sacchi

Piana Affari, regno dei grandi ribassi Tutti i listini in discesa, in Italia le incertezze politiche accentuano i nodi del mercato azionario Piana Affari, regno dei grandi ribassi Pesa l'ombra di Enimont, oggi il vertice sui capitalgains MILANO. Una brutta giornata per la Borsa (-1,26%), e non soltanto per quella italiana. Sulla scia di Tokyo, tutti i mercati europei hanno subito pesanti ribassi, in modo particolare Francoforte. A Milano, la seduta è iniziata dalla tendenza negativa del dopoborsa di lunedì, accentuando però il declino. Intanto, presso la sede di Milano della Consob rappresentanti degli agenti di cambio hanno incontrato il presidente Franco Piga, per discutere il problema delle provvigioni di Borsa, una diatriba che da qualche settimana è entrata nelle fase acuta, e che vede divisi i vari intermediari. A Roma, viceversa, il vertice al Tesoro sulla tassazione del capital gain, previsto per il pomeriggio, veniva fatto slittare a oggi. Il rinvio è stato spiegato con il protrarsi del consiglio nazionale de. Va registrata una dichiarazione del ministro del Bilancio, Paolo Girino Pomicino, che ha spiegato: «Dopo gli approfondimenti tecnici dei tre ministri finanziari e della Banca d'Italia, verrà trovata per il capital gain una soluzione che incentiverà l'investimento sui mercati borsistici». Piazza Affari ha vissuto una mattinata all'insegna del malumore, che si è chiusa con l'indice Comit a 667,68, in perdita dell'1,26%, sebbene in ripresa rispetto al calo del 2% accusato a metà mattina. Le ragioni di questa debolezza sono molteplici, e ad esse si è aggiunta in questi giorni l'incognita Enimont, che pesa sul mercato come un macigno. Non a caso, i prezzi crollano e già si ipotizzano i complessi meccanismi borsistici di un eventuale divorzio borsistico. E' soprattutto indice di uno stato di poca chiarezza e di alcatorietà, che sembra fatto apposta per scoraggiare qualsiasi nuovo investimento in titoli. Il caso Enimont si inserisce su altre incertezze. La stessa questione del capital gain, sebbene ormai accettata dagli operatori, per il fatto stesso di venire costantemente annunciata e mai definita, rappresenta un costante elemento di confusione. Per non parlare della problematica inerente agli interventi fiscali, anch'essa materia di apprensione. Si aggiunga un quadro politico difficile e le incognite legate alle lacerazioni all'interno della democrazia cristiana, per concludere che l'attuale fase depressa del mercato è, quantomeno, assai comprensibile. Infine, il problema dei tassi. Una tematica che certamente è tra le ragioni prime del ribasso dei mercati esteri. Per l'Italia, la prolungata stagione di scioperi bancari, ha certamente influito sulla liquidità interna, creando tensione soprattutto sul brevissimo termine. Ma le aspettative di rialzo dei tassi sono soprattutto forti negli altri mercati europei, legate alla difficoltà di prevedere gli effetti della riunificazione monetaria in corso tra le due Germanie. Commenta Isidoro Albertini: «Le valutazioni sono difficili. E' vero che l'integrazione tedesca richiederà un grosso sforzo di investimento da parte della Germania Occidentale, tuttavia non bisogna dimenticare che esso potrebbe essere controbilanciato dalla riduzione delle spese militari. Ma, probabilmente, tra i due momenti ci sarà una sfasatura, con un rialzo nel costo del danaro». Ieri, a Milano, il ribasso è stato guidato dalle blue-chips. La Fiat, uno dei primi titoli ad essere chiamati, ha aperto subito sotto il prezzo di lunedì ed è scivolata ulteriormente a 10.080. Un'ora dopo toccava ad Enimont, che perdeva il 3,32%. La fase negativa non risparmiava nessuno: Montedison arretrava del 3,4%, Cir dell'1,66%, Olivetti del 2,07%, Ifi privilegio del 2,48%, Ferfin del 2%. Anche tra gli assicurativi l'intonazione era depressa: le Generali hanno perso l'I,42%, Ras l'I,29%, Latina il 3,60%, Sai quasi il 2%. Né è andata meglio per le banche: il calo di Bancoroma ha sfiorato il 5%, quello di Comit ha superato il 2%. Nette flessioni per i titoli Eni e Iri: Saipem è arretrata del 2,59%, Alitalia del 5,42%, Stet dell'1,96%. Solo nell'ultima mezz'ora si sono visti cenni di ripresa: Enimont si è riportata a 1483 lire, Montedison a 1890 lire, Fiat ha superato le 10.100, Generali le 39.000. Tornando alla riunione in Consob, all'uscita il presidente del consiglio dell'Ordine degli agenti di cambio, Giuseppe Gaffino, ha definito l'incontro «interlocutorio» ed ha aggiunto: «Avremo altri incontri a breve». Nel frattempo, Piga dovrebbe sentire i rappresentanti delle banche e delle commissionarie. Nei giorni scorsi la Consob, con una circolare, aveva proposto agli agenti di applicare le seguenti commissioni: 3,5 per mille verso banche e commissionarie, 4,5 per mille per le gestioni e i fondi di investimento e 7 per mille alla clientela individuale. Ma il nocciolo della questione non sta tanto nel definire queste percentuali, quanto nel rispettarle. Da anni, infatti, c'è una specie di giungla in cui ognuno applica tariffe personalizzate. Valeria Sacchi SUL LISTINO LA PAURA FA '90 INDICE COMIT E QUOTAZIONI DAL 2 GENNAI01990 AL 20 FEBBRAIO 4/1/90 VALORE MASSIMO 42.450 S OLIVETTI ORD. 7.699 7.475. CHIUSURA MESE BORSISTICO IERI VALORE MINIMO S.S30 FONTE: BORSA VALORI MILANO

Persone citate: Franco Piga, Giuseppe Gaffino, Isidoro Albertini, Paolo Girino Pomicino, Piga