L'ombra della camorra sul Mondiale di Napoli
L'ombra della camorra sul Mondiale di Napoli «I boss incanalano il fiume di miliardi», ma l'accusa di un consigliere comunale non ha ancora trovato riscontri L'ombra della camorra sul Mondiale di Napoli Controlli per tuffigli appalti di Italia '90 dopo una denuncia all'Antimafia NAPOLI. Delibere, contratti, concessioni, appalti: centinaia di documenti in cui è riassunta la tormentata storia dei Mondiali '90 a Napoli sono da una settimana al vaglio della Guardia di finanza. Agli uomini del nucleo di polizia tributaria il sostituto procuratore Isabella Iaselli ha affidato il delicato compito di esaminare tutti gli atti che hanno dato il via alle opere per l'appuntamento calcistico dell'anno. L'inchiesta, partita un paio di mesi fa, si basa su alcuni esposti e denunce riguardanti presunte irregolarità nell'affidamento dei lavori, nei criteri di scelta delle ditte, nella «lievitazione dei costi» degli interventi previsti per il Mundial. Anche ieri a Palazzo San Giacomo, la sede del municipio, gli esperti della Finanza hanno proseguito gli accertamenti prendendo visione e acquisendo una vasta documentazione custodita negli uffici degli assessorati competenti (Lavori pubblici, Edilizia, Trasporti) e della segreteria generale del Comune. Al centro delle indagini le principali opere del «pacchetto» per i Mondiali: l'adeguamento dello stadio San Paolo (spesa prevista 133 miliardi), la sistemazione urbana e viaria della zona adiacente (140 miliardi), la realizzazione della linea tranviaria rapida (250 miliardi) che collegherà il San Paolo alla zona orientale della città. «Agiamo su delega del sostituto procuratore titolare dell'inchiesta — sottolinea prudente l'ufficiale che coordina le ispezioni —. Le indagini andranno avanti ancora per alcuni giorni, ma per ora non sono emerse irregolarità di rilievo». Nel fascicolo del magistrato c'è in primo luogo una lettera inviata nel giugno scorso dal consigliere comunale democristiano Manlio Carli al presiden¬ te della commissione antimafia Gerardo Chiaromonte e da quest'ultimo trasmessa alla Procura. In essa l'esponente de faceva riferimento ad «infiltrazioni camorristiche» nelle aziende impegnate nelle opere e ad innalzamenti ingiustificati della spesa. Ma sulla gestione dei finanziamenti sono in seguito intervenuti anche il deputato missino Antonio Parlato con una interrogazione parlamentare, il presidente di Italia Nostra Antonio Iannello con un esposto, il preside della facoltà di architettura Uberto Siola, ascoltato dal sostituto Iaselli. Ma i controlli riguardano anche imprese concessionarie e appaltatrici dei lavori. Tra le prime figurano aziende del gruppo Iri (Ansaldo Trasporti e Infrasud) ed il consorzio «Stadio 90» presieduto dall'ingegner Marino Brancaccio. Sotto accusa è in primo luogo il progetto per il cosiddetto «tram sprint», la LTR, che per molti rappresenta una infrastruttura inutile in una zona già. abbondantemente servita da mezzi pubblici. «Non si capisce che obiettivo abbia se non quello dell'accaparramento di fondi statali — tuona Iannello — la realizzazione di un tratto della linea tranviaria rapida che va da piazzale Tecchio a Mergellina, tenuto conto che questa è una delle zone di Napoli meglio collegate». Preoccupazioni per il progressivo ampliamento dei progetti era stata del resto espressa anche dai rappresentanti del comitato organizzatore dei Mondiali, allarmati dai ritardi e dalle difficoltà finanziarie del Comune. Ovviamente il Col non è in alcun modo coinvolto nell'inchiesta in corso. «E' assurdo e offensivo parlare di blitz della Finanza a Palazzo San Giacomo — tiene a precisare l'assessore ai Lavori pubblici, il liberale Rosario Rusciano —. I controlli sono in corso da tempo e io stesso ne ero informato. Le denunce giunte al magistrato mi sembrano del resto generiche e fumose: per le opere di mia competenza, quelle esterne allo stadio, posso assicurare che non ci sono state né infiltrazioni della camorra, né lievitazioni ingiustificate di costi». Ma a Rusciano replica il democristiano Diego Tesorone, assessore alle Attività produttive del Comune, che assieme al collega di partito Carli negò l'estate scorsa il suo voto alle delibere per l'ammodernamento dello stadio e per il «tram sprint»: «C'è un fiume di danaro — sottolinea — e la magistratura fa bene a volerci veder chiaro. Sembra che manchino soldi per le piccole cose e poi vengono sperperati i miliardi». Mariella Cirillo
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