La Libia: l'italiano si è ucciso

La Libia: l'italiano si è ucciso Gli esiti dell'autopsia fatta a Bengasi comunicati alla ditta del cuoco savonese La Libia: l'italiano si è ucciso Ma i familiari non ci credono: è un omicidio «Igiudici liguri devono aprire un'inchiesta» SAVONA. Ieri pomeriggio i responsabili della «Columbus food service» di Genova hanno ricevuto un telex da Bengasi che conferma che il loro dipendente, Claudio Buscaglia, il cuoco di Carcare, è morto «suicida, per inalazione di ossido di carbonio». Hanno immediatamente avvertito i familiari della vittima che abitano nella cittadina in provincia di Savona. Ma il fratello Bruno, i parenti e gli amici continuano a respingere questa ipotesi. E' già stato incaricato un legale che chiederà al procuratore della Repubblica di Savona di aprire un'inchiesta e di ordinare una seconda autopsia. La salma di Claudio Buscaglia rientrerà all'aeroporto Cristoforo Colombo di Genova giovedì pomeriggio accompagnata da Nicolò Bacconi, uno dei responsabili della «Columbus food service». Non è ancora stata fissata la data dei funerali che si svolgeranno nella chiesa parrocchiale di Plodio, dove abita l'anziana madre del cuoco. Dicono i parenti: «Non ci fidiamo dell'autopsia fatta in Libia. Vogliamo conoscere la verità a tutti i costi». I responsabili della società genovese credono invece alla versione fornita dalle autorità libiche. Dice Luca Palumbo, amministratore della «Columbus food service»: «Il telegramma parla chiaro. Già il primo esame fatto sul cadavere di Buscaglia, aveva escluso qualsiasi forma di violenza». Palumbo smentisce in modo categorico che i dipendenti della sua ditta o di quelli della Technofrigo abbiano denunciato in ritardo la morte di Claudio Buscaglia. Dice: «Sono state adottate tutte le procedure richieste in casi dolorosi come questo. La nostra prima preoccupazione è stata di avvertire i familiari del cuoco e di cercare di capire che cosa veramente fosse accaduto». Secondo le scarne notizie arrivate da Bengasi, Claudio Buscaglia sarebbe stato trovato senza vita da un cittadino libico sull'auto della ditta. Era partito giovedì pomeriggio dal campo per raggiungere Bengasi dove avrebbe dovuto contattare alcune donne che dovevano pulire le camerate e le cucine. Il sottosegretario all'Interno Gian Carlo Ruffino, savonese, segue la vicenda. Dice: «Ho im- mediatamente preso contatti con il ministero degli Esteri che ha attivato la cosidetta "unità di crisi", tutto l'apparato cioè che si muove in casi del genere. Mi è stato assicurato che l'ambasciatore a Bengasi, Vitiello, si interessa direttamente sul caso di Claudio Buscaglia, ma nelle ultime ore non sono riuscito a sentirlo telefonicamente in quanto è bloccato a Tobruk, dove era in missione, da una tempesta di sabbia». Ieri dall'Italia, è stato impossibile raggiungere la Libia telefonicamente. L'unico contatto resta dunque il telegramma arrivato alla «Columbus food service» che conferma il suicidio del cuoco. «Ma — dice chi conosceva Claudio Buscaglia — ci sono troppe analogie con il caso di Robertro Ceccato, il tecnico di Padova ucciso quattro mesi fa a Tripoli. L'autopsia fatta in Libia era stata sommaria e solo gli esami fatti in Italia confermarono i sospetti». Gian Paolo Carlini Claudio Buscaglia: i familiari hanno chiesto alla procura di disporre una nuova autopsia