La pausa del caffè andrà segnata nel conto delle ferie di Pier Paolo Cervone
La pausa del caffè andrà segnata nel conto delle ferie Savona: a chi lavora in procura La pausa del caffè andrà segnata nel conto delle ferie SAVONA. Prima il comune di Genova, ora la procura della Repubblica di Savona. Nascono in Italia le ferie a ore? Pare di sì. E con la benedizione del sindar cato: la Uil parla di «soluzione intelligente», la Cgil è cauta ma abbastanza favorevole e solo la Cisl bolla queste iniziative definendole «folcloristiche». L'ultimo provvedimento, in questa rinnovata lotta agli assenteisti, arriva da Savona. Il procuratore capo, Michele Russo, ha disposto che i quindici impiegati non potranno più lasciare l'ufficio senza un permesso scritto. Segretari, dattilografi, commessi e autisti sono tenuti a segnalare anche brevi assenze, tipo quelle per la colazione o il caffè. Prima di uscire dal Palazzo di giustizia dovranno riempire un modulo con l'ora di uscita e i minuti necessari per fare la spesa 0 per consumare brioche e cappuccino. A Savona è la prima volta che entra in vigore un provvedimento del genere. Il precedente più clamoroso è di pochi giorni fa, artefice il Comune di Genova. La Fiat ha intenzione di concedere ferie orarie ai lavoratori in occasione dei prossimi mondiali di calcio in modo che i dipendenti «calciofili» non perdano le partite più importanti? Bene. Palazzo Tursi, edificio storico nel cuore di Genova che ospita gli uffici comunali, ha copiato l'idea. Pasquale Di Pietro, assessore democristiano al Personale, ha portato in giunta (che l'ha approvata) una delibera per disciplinare l'intricata materia. I ventimila dipendenti sono stati presi in contropiede. D'ora in poi, se la pratica passerà il vaglio del Comitato regionale di controllo, non si potrà più lasciare l'ufficio senza permesso dei superiori. Spiega l'assessore: «C'era la consuetudine, divenuta abuso, di assentarsi mezz'ora, un'ora, due o tre, dando comunicazione ai superiori anche qualche giorno dopo. Addirittura in certi casi le assenze non risultavano neppure. Le giustificazioni erano le solite in occasioni simile. La malattia di un figlio, l'improvvisa scomparsa di un parente, l'esigenza di partecipare ai funerali e cose del genere». Prima di intervenire, l'assessore ha fatto fare un'indagine tra i dipendenti di Palazzo Tursi. Nella classifica degli assenteisti c'era anche chi, negli ultimi tempi, aveva dovuto assistere agli esami di almeno una dozzina di figli, ai funerali di parenti morti almeno un paio di volte. Aggiunge Di Pietro: «Con questi risultati in nostro possesso, abbiamo deciso di intervenire. D'accordo con il sindacato abbiamo varato il nuovo regolamento». In caso di necessità, dunque, tra pochi giorni i dipendenti comunali dovranno chiedere il permesso con 48 ore di anticipo ai dirigenti dei loro settori. L'assenza è registrata al computer, con la sua motivazione. Due le soluzioni di recupero: possono lavorare gratis in straordinario, oppure farsi calcolare le ore di permesso tra le ferie. Giorgio Benvenuto, segretario generale della Uil, sostiene che «bisogna sempre conciliare i contratti con i bisogni della gente». Le ferie «in pillole», invece, non piacciono alla Cisl. Sergio D'Antoni, segretario aggiunto della Cisl, sottolinea che il contratto dei dipendenti comunali «prevede tutto e regola tutto, dal piccolo permesso alla lotta all'assenteismo». Pier Paolo Cervone
Persone citate: Di Pietro, Giorgio Benvenuto, Michele Russo, Sergio D'antoni
Luoghi citati: Comune Di Genova, Genova, Italia, Savona
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