Un grande inquisitore fa tremare la Svizzera di Vincenzo Tessandori
Un grande inquisitore fa tremare la SvizzeraLOSANNA Il marito dell'ex ministro della Giustizia minimizza: non è successo nulla, alla fine questa storia si aggiusterà Un grande inquisitore fa tremare la Svizzera Al processo Kopp il funzionario zelante che ha svelato il maxiscandalo LOSANNA DAL NOSTRO INVIATO L'avvocato d'affari Hans Kopp non ha dubbi e, come il signore del Gattopardo, aspetta che il ciclone passi perché tutto rimanga come prima. Ai giudici federali rilascia poche e assai meditate dichiarazioni, in fondo, nel processo, lui è solo testimone. Con il cronista è più loquace. «Quando si accenderà il gran semaforo verde, anche gli altri piccoli semafori si accenderanno. Sì, c'era un brutto clima nell'estate e nell'autunno 1988, ma penso che tutto si metterà a posto dopo questa storia». Questa storia è il processo per violazione di segreti d'ufficio nel quale sono imputate la moglie, frau Elisabeth, fino al 1988 capo del dipartimento di Giustizia e Polizia e per dodici giorni vicepresidente della Confederazione, e due collabo¬ ratrici. La donna era scivolata su una buccia di banana: messa in guardia sull'esistenza di un'inchiesta sul narcotraffico che coinvolgeva anche la Schakarchi Training, la società di cui il marito era vicepresidente, !o avvertì. «Ma sì — dice l'avvocato — mi telefonò alle 8,25 del 27 ottobre '88 per dirmi che dovevo lasciare l'incarico, ma nego che sia stato un avvertimento. Voleva semplicemente evitare che nascessero nuovi spunti per attaccarla sul piano politico».E ora? «Penso che molti torneranno con noi, non subito ma presto». Ma frau Elisabeth tornerà alla politica? «Non so, sinceramente, che cosa farà». Soprattutto, forse, l'avvocato ignora che cosa intenda fare il partito radicale che per 1'«affaire» ha già pagato un conto salato in voti. A tutto c'è rimedio, in fondo che cos'è successo qui in Sviz¬ zera? Appena un pandemonio. La gente ha scoperto maneggi di alcuni uomini politici, è rimasta sorpresa per essere stata schedata e molti si sono accorti come questo sistema «in apparenza perfetto» non funzioni più troppo bene. Si dice che qui il riciclaggio del denaro proveniente dal narcotraffico avrebbe raggiunto livelli di guardia, ma l'avvocato Kopp nega: «La situazione non è peggiore di quella in altri Paesi». Su tutto questo, con un imbarazzo che non riescono a dissimulare, dovrebbero far luce i cinque giudici del tribunale federale. Il punto di partenza è proprio quella telefonata tra moglie-ministro e marito-uomo d'affari. Gli attempati signori che formano il collegio hanno davvero l'aria di chiedersi chi mai abbia avuto l'idea sciagurata di mettere in moto questa dannata macchina. Eccolo il responsabile, è una sorta di mo¬ naco in divisa. Un metro e 85, volto sofferto, incorniciato in una barba folta, risorgimentale, capelli scuri appena spruzzati di bianco, un abito demodé, occhiali da miope. Con i suoi ripetuti rapporti Jacques-André Kaeslin ha smosso l'indifferenza delle autorità di polizia sul traffico di droga e sul riciclaggio del denaro. Se Elisabeth Kopp è in quest'aula lo deve a lui. E lui ha provocato il tornado clie si è abbattuto sulla Confederazione. Quando si convinse di come andassero le cose Kaeslin fece quello che fa ogni funzionario zelante: compilò un rapporto e lo inviò al suo capo, Adrian Bieri, che è figlio di un avvocato fiduciario di un'altra società sospettata di traffici poco chiari. Le carte gli vennero rimandate. Kaeslin ci riprovò e il dossier finì al procuratore generale Rudolf Gerber, che rimase indifferente. Ora Gerber è «stato di¬ messo» e ieri ha reso testimonianza. Kaeslin non si arrende, ma più si agita e più si scontra con l'indifferenza di tutti. Infine si rivolge a Renate Schwob, consulente del dipartimento di Giustizia e Polizia. «Parlai con lei perché era considerata una di casa». Ma la donna avvertì Katherine Schoop, e questa rrau Kopp. Alla fine lo zelante funzionario riceverà una sonora reprimenda. Ma il suo lavoro aveva nel frattempo provocato l'inchiesta parlamentare. E anche ieri si è tentato di demolirlo. Ma lui, timido e impacciato, ha dichiarato: «Ciò che ho scritto l'ho scritto sulla base di rapporti arrivati al mio ufficio». Come dire: non sono idee mie ma indizi raccolti da tanti altri. Insomma, per far finta che non sia successo niente, occorrerebbe davvero tapparsi occhi, bocca e orecchie. Vincenzo Tessandori
Persone citate: Adrian Bieri, Elisabeth Kopp, Gerber, Hans Kopp, Katherine Schoop, Kopp, Renate Schwob, Rudolf Gerber
Luoghi citati: Svizzera
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