L'indipendenza lituana è già realtà» di Enrico Singer

L'indipendenza lituana è già realtà» Intervista sui rapporti Mosca-Vilnius a Cekuolis, leader comunista che milita nel Fronte Popolare L'indipendenza lituana è già realtà» «Dopo il voto di sabato potremmo indire un referendum» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «In tutti i Paesi dell'Europa orientale i partiti comunisti crollano, da noi in Lituania il pc è ancora forte. Le sembra strano? Forse è una delle tante singolarità della situazione che stiamo vivendo, ma non è strano. E' naturale: qui il partito comunista è già cambiato. E' per l'indipendenza nazionale, oltre che per quella politica. E' per il dialogo con le altre forze, prima di tutto con il fronte popolare Sajudis.' Il nostro cammino verso una vera democrazia è appena cominciato: è ancora presto per dividerci». Algis Cekuolis, direttore del giornale «Ghimtasis Krastas» (il Paese natale) è quasi l'incarnazione delle «tante singolarità» lituane: è membro del Comitato Centrale del pc e della direzione del Sajudis. E' deputato dell'Urss, ma è pronto ad uscire dall'Unione. E non ha dubbi: l'indipendenza della Lituania è una realtà già in marcia. «Bisogna soltanto avere pazienza e mantenere i nervi saldi», dice Cekuolis. «Credo che la barca della perestrojka si sia arenata, ma bisogna scuoterla per disincagliarla senza rovesciarla». E il primo scossone arriverà già alla fine della settimana, con le elezioni per rinnovare il Parlamento della Repubblica. Chi vincerà queste elezioni? Il nuovo pc autonomo da Mosca? Il Sajudis? Gli altri partiti nati più o meno ufficialmente nella vostra Repubblica? Le vinceranno i candidati che sono per l'indipendenza della Lituania. Il Sajudis ha 160 candidati per i 141 seggi del Soviet: penso che riuscirà a conquistare almeno 60, 80 seggi. Quasi tutti gli altri andranno ai candidati che sono l'espressione del pc, ma anche questi sostengono l'indipendenza. Bisogna fare attenzione, però. Le nostre elezioni non possono essere analizzate con l'ottica occidentale, non rispecchiano ancora la lotta tra partiti diversi. Certo, ci sono i candidati che sono ap¬ poggiati dal pc, dal Sajudis, dai Verdi, dai socialdemocratici, dal partito democratico e da quello democratico-cristiano. Ma sono poi le organizzazioni di base a presentarli. Così, per esempio, tra i candidati che si possono definire del Sajudis, 36 che fanno parte del pc. E il nuovo Parlamento proclamerà l'indipendenza dall'Urss? La decisione dell'indipendenza spetta al popolo lituano. Il vecchio Parlamento ha già dichiarato non valida l'adesione della Lituania all'Urss del 1940. Adesso il nuovo dovrà compiere il passo finale. Se sarà necessario potrà indire un referendum. Come immagina la Litua¬ nia indipendente: ci saranno modifiche costituzionali? Sarà introdotto ufficialmente il multipartitismo? I partiti sono già una realtà da noi. Attendono un riconoscimento che non tarderà. Il sistema bolscevico è una mucca sterile che non è in grado di dare latte né vitelli. E sulla necessità di un rinnovamento profondo c'è grande consenso all'interno del pc lituano. Nel Comitato Centrale di ieri si è discusso anche dell'ipotesi di cambiare il nome del partito: è stato deciso che, per ora, non è opportuno. Ma noi ci consideriamo già diversi. Anche Michail Gorbaciov, a Mosca, propone un «rinnovamento profondo». Per¬ ché la Lituania vuole imboccare un suo itinerario autonomo? Gorbaciov parla della riforma politica, ma non la realizza. E quello che ha proposto concretamente ci delude e ci spaventa. Mi riferisco al progetto di legge per dare efficacia all'articolo 72 della Costituzione che assicura alle Repubbliche il diritto di uscire dall'Unione. Per quanto ne sappiamo, la legge che sta per essere esaminata dal Soviet Supremo si può definire come un nuovo strumento per mantenere le nazionalità dell'Urss in uno stato di servitù della gleba. E nel caso di elezioni dirette per un Presidente dell'Urss che cosa farebbe la Lituania? Darebbe il suo voto a Gorbaciov? La Lituania non voterà per il Presidente. Prima bisogna democratizzare il Paese, poi si può discutere se sia il caso di incoronare Gorbaciov. Oggi viviamo ancora in un sistema ereditato dallo stalinismo. Noi vogliamo bene a Michail Gorbaciov, ma deve passare dalle parole ai fatti. E se ci separeremo dall'Urss non è perché siamo contro i russi, ma perché con l'Urss non ci sono, e forse non ci saranno per molto tempo, le condizioni per la coesistenza tra diverse idee di Stato. Enrico Singer

Persone citate: Algis Cekuolis, Cekuolis, Gorbaciov, Michail Gorbaciov, Verdi