Bormida, nuovi veleni di Franco Marchiaro

Bormida, nuovi veleni Alla periferia di Alessandria improvvise chiazze oleose Bormida, nuovi veleni Forse il materiale è fuoriuscito da qualche azienda chimica della zona Il fiume è già stato gravemente compromesso dagli scarichi dell'Ama ALESSANDRIA. Emergenza inquinamento nel fiume Bormida, alla periferia di Alessandria poco oltre porta Marengo, all'altezza del ponte della strada statale per NoviGenova. Un grosso quantitativo di sostanze di natura non ancora determinata è finito nelle acque non certo limpide di questo tormentato fiume, già gravemente compromesso in questi anni dagli scarichi dell'Acna di Cengio. In un primo momento si è pensato a gasolio, quantomeno ad idrocarburi. Con il trascorrere delle ore, però, non si esclude possa trattarsi di materiale fuoriuscito da qualche complesso industriale chimico della zona. Qualcosa di più preciso sarà possibile dirlo soltanto in mattinata, con il ritorno anche della luce del sole che consentirà fra l'altro di individuare il punto in cui la sostanza ha cominciato a finire nel fiume, certamente ad alcune centinaia di metri dal citato ponte. L'allarme è stato dato verso le diciotto di ieri sera da alcuni passsanti che hanno notato enormi chiazze, dall' aspetto oleoso, sull'acqua e masse di schiuma biancastra sulle sponde e nel tratto ghiaioso del fiume che emerge dall'acqua. Sul posto sono intervenute alcune squadre dei vigili del fuoco, al comando del vice comandante ingegner Lamberto Mazziotti e gli uomini dell'Ufficio tutela ambiente dell'assessorato provinciale all'Ecologia, coordinati dal dottor Giuseppe Puccio. Più tardi sono intervenuti anche alcuni tecnici della Montefluos il cui stabilimento di Spinetta Marengo sorge a poche centinaia di metri. Numerosi vigili urbani e carabinieri, invece, sono impegnati a regolare il traffico, intenso, sul ponte dove la presenza dei mezzi di intervento ha provocato l'arrivo di moltissimi curiosi. Ben presto è sopraggiunta però la più completa oscurità ed hanno dovuto essere messi in funzione i gruppi elettrogeni dei vigili del fuoco per cercare di illuminare il punto dove l'inquinamento, massiccio, è stato individuato. Vigili del fuoco e tecnici della Provincia hanno invece provveduto a stendere gli sbarramenti con speciali «salamotti» per cercare di contenere la massa inquinante, evitando che prosegua la sua corsa verso il punto, non molto distante, dove il Borrmida si getta nel fiume Tanaro per finire quindi nel Po. La prima impressione lascia pensare che gli sbarramenti possano servire a contenere la sostanza schiumogena ed oleosa, non è però possibile accertare, proprio per la sopraggiunta oscurità, quanto del materiale abbia già proseguito la sua corsa e sin dove si sia potuto estendere il probabile inquinamento. Più a valle, nella notte, è stato predisposto un secondo sbarramento per le acque del Bormida. «Per il momento dobbiamo limitarci ad un intervento di contenimento — dice il dottor Puccio , soltanto al ritorno della luce si potrà stabilire quali interventi mettere in atto per cercare, bloccato lo scorrimento della sostanza finita nel fiume, di ricuperare il materiale». L'inizio dell'inquinamento è stato calcolato ad alcune centinaia di metri dal ponte ma è certo che è proseguito per un lungo tratto, dopo essere passato sotto le arcate. Molti sono i dubbi, ripetiamo, sulla natura del liquido finito nel Bormida, in quantità certamente molto elevata. Resta sempre valida l'ipotesi di idrocarburi ma potrebbe trattarsi anche di scarichi di qualche complesso industriale, fuoriusciti magari per un guasto agli impianti. Campioni sono stati prelevati dai vigli del fuoco e si attendono le analisi. Solo le indagini dei prossimi giorni potranno chiarire la natura del fenomeno registrato ieri pomeriggio e verificare fino a che punto il nuovo incidente ha inquinato un tratto di fiume già gravemente compromesso in questi anni dagli scarichi delle lavorazioni dell'Acna. Franco Marchiaro

Persone citate: Giuseppe Puccio, Lamberto Mazziotti, Spinetta Marengo

Luoghi citati: Alessandria