Pace e guerra in versione dc

Pace e guerra in versione dcA Roma s'apre oggi con la relazione di Forlani il Consiglio Nazionale Pace e guerra in versione dc Gava firma l'ultimo appello alla sinistra, ROMA. La battaglia incomincia oggi e forse finirà solo quando si apriranno le urne del 6 maggio. La de che conta è già tutta a Roma. Il week-end è stato breve. Deputati, senatori non hanno potuto dedicare l'inizio della settimana alla cura del collegio elettorale; già ieri sera sui jet diretti a Fiumicino c'era tutta la «forza parlamentare» scudocrociata. Grande mobilitazione anche dei componenti del consiglio nazionale. Stamattina a Palazzo Sturzo, all'Eur, s'accendono i riflettori su uno dei più difficili consigli nazionali della storia democristiana degli ultimi dieci anni. Da qualche settimana la sinistra del partito ha mandato in crisi l'unità sottoscritta quando venne eletto alla segreteria Arnaldo Forlani. Guido Bodrato si è preso l'incarico di dar fuoco alle polveri dimettendosi da vicesegretario e abbandonando in gran fretta il suo ufficio in Piazza del Gesù. Subito dopo anche Ciriaco De Mita è parso in procinto di lasciare la presidenza del partito mettendo in pratica una minaccia già annunciata. Ma poi una situazione che sembrava scivolare inevitabilmente verso il passaggio all'opposizione interna degli uomini della sinistra si è d'improvviso complicata. Guido Bodrato è rimasto sul fronte dell'intransigenza con accanto Mino Marti- nazzoli e con qualche tono più sfumato Gianni Goria. Ciriaco De Mita, invece, ha un po' perso per strada la determinazione iniziale ed alle sue spalle è spuntata una pattuglia dell'area Zac poco disponibile al litigio con Forlani, Gava e Andreotti. Il capo dell'ala trattativista è senza dubbio Riccardo Misasi, democristiano tra i più potenti, ascoltatissimo consigliere di De Mita, conosciuto come abile «tattico» e poco amante di pubblicità e interviste. Una linea quasi geografica divide gli uomini della sinistra de alla vigilia del consiglio nazionale. Guido Bodrato, tutto il Nord, fino ai romani Paolo Cabras e Giovanni Galloni, sono per il chiarimento fino in fondo e, probabilmente, ritengono impossibille una mediazione. Da Roma in giù il desiderio di trattativa è, invece, più forte. In questa situazione la leadership di De Mita sull'intera sinistra è essa stessa in discussione; anche quest'argomento è all'ordine del giorno del consiglio nazionale. In mezzo a questo gran dibattito le offerte di pace si sono sprecate. L'ultima è firmata da Antonio Gava, capo di azione popolare, la corrente di maggioranza relativa in Piazza del Gesù. Ieri parlando ad un convegno organizzato dagli amministratori scudocrociati il ministro dell'Interno si è augurato che in consiglio nazionale «il dibattito si svolga con spirito aperto, libero da motivi pretestuosi, per affrontare con chiarezza le questioni sulle quali si registrano reali differenziazioni». Gava ha aggiunto: «Quando parlo di questioni concrete non mi riferisco solo alle concentrazioni editoriali, ma anche a quelle economiche e bancarie. Nel partito abbiamo sempre inseguito linee ispiratrici concordanti e non vedo perché non dovremmo approfondire i contenuti per giungere a soluzioni concordate nella de». Anche Nino Cristofori, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e, quindi, «ispirato» da Giulio Andreotti, ieri ha sostenuto che «il chiarimento politico per ricostituire una più forte e attiva conduzione unitaria nella de è possibile». Cristofori ha lanciato un invito alla pace direttamente a Bodrato. «La questione dell'informazione — ha spiegato Cristofori — è stata affrontata dalla de fino ad oggi sulla base di un testo che rappresenta una seria garanzia di pluralismo, anche se è perfettibile attraverso un negoziato che tenga conto delle novità registratesi con particolare riferimento all'anti-trust sulla carta stampata». «Poiché lo stesso Bodrato — ha concluso il vice di Andreotti — conferma che c'è una posizione univoca del partito sulla libertà d'informazione, non sarà difficile definire una strategia di comportamenti». Difficile dire alla vigilia se i ramoscelli d'ulivo lanciati da Gava e Cristofori sortiranno qualche effetto stamattina all'Eur. Ai segnali di pace fa da contrappeso la dichiarazione un po' ironica fatta da Forlani sabato a Pisa: ha paragonato la sinistra de alla Torre di Pisa. Quest'ultima pende sempre, ma non cade mai, la sinistra protesta, ma poi... Gianni Pintus

Luoghi citati: Pisa, Roma