La guerra vera, che spettacolo!

La guerra vera, che spettacolo! Con la cinepresa al fronte: drammatici documenti dei due conflitti mondiali La guerra vera, che spettacolo! Un'anteprima assoluta al «Centre» di Torino TORINO. «On se bat, monsieur — avrebbe replicato il giovane generale Pétain a Jean-Louis Croze e alla sua équipe che volevano filmare le prime linee nella fase più calda della guerra '14-18 —. Noi combattiamo, signore, non siamo qui per divertirci». La risposta è al tempo stessa generica e pomposa. Rivela che il cinema nella considerazione della classe dirigente non era considerato un gradino al di sopra d'un semplice passatempo. Dimostra che nella dotta Francia dei Lumière non si faceva posto né alla competenza né al coraggio degli operatori. Del resto la comparsa d'una cinepresa sui fronti della prima guerra mondiale risale al 1915, cioè a più d'un anno dallo scoppio del conflitto, quando l'evoluzione del costume non avrebbe dovuto dare connotati negativi alla pellicola. Eppure l'ardire dei singoli e il progresso della società hanno portato a una buona documentazione, oggi raccolta dalle origini agli ultimi video in 80 mila rulli nel Fort d'Ivry. Su questi momenti di dibattito che allargano il discorso alla cultura dell'Europa il Centre Culturel Francais di Torino presenterà in anteprima assoluta sia per l'Italia sia per la Francia un'antologia che abbraccia oltre mezzo secolo di storia. La manifestazione su cinema ed esercito, organizzata con l'Ecpa (Etablissement Cinématographique et Photographique des Armées) e con il Sirpa (Service d'information et de rélations publiques) occuperà la settimana ventura, dal 19 al 24 febbraio. Il film inaugurale di Alexandre Devarennes La femme franqaise pendant la guerre, che sarà commentato al piano da Raf Cristiano, risale al'18 ed esprime già caratteristiche d'autore. Un solo movimento di macchina e fissità altalenante nelle riprese, ma il montaggio e il flashback ne fanno un esempio di narra ti vita. I fotogrammi virati in ocra, ambra e scarlatto sono vividi, i riferimenti alle sante guerriere patrie da Généviève a Jeanne d'Are così pretestuosi da fare tenerezza. Là censura tratteneva il cinema lontano dalla prima linea, per non fornire informazioni al nemico e per evitare un dolore alle madri. Con tutto ciò gli operatori di Gaumont, Pathé, Eclipse ed Eclair, abituati alla cronaca dei cinegiornali, fecero il loro dovere al di là delle concessioni. Ma anche gli altri documentari girati nelle retrovie presentano singolari motivi d'interesse, per esempio quando mostrano le truppe d'intervento francesi che si concentrano alla Cittadella in Torino e in piazza Duomo a Milano. O se inquadrano con nostalgia romantica una Venezia deserta e ferita dalle incursioni, con la gondola sola nella laguna che dà una malinconia sovrana. Più commovente ancora, per una cinematografia che un giorno avrebbe fatto di un asino il protagonista d'un capolavoro (Au hasard, Balthazar di Bresson/, il primissimo piano d'un mulo schiacciatosi sul greto d'un torrente delle nostre Dolomiti, con la macchina che si muove a scoprire in alto sulla spalletta del ponte i soldati che ristanno immobili. Con la seconda guerra mondiale l'aneddotica rinfranca il discorso di propaganda. Ecco il colonnello De Gaulle corretta mente in secondo piano durante la visita a un'unità blindata del presidente Lebrun, ecco la tassa d'una sigaretta imposta ai visitatori delle postazioni che permettono di guardare in faccia il nemico sul fronte di Stra sburgo. Più vicino a noi un istrione alla Jean-Claude Brialy farà pubblicità all'esercito e insegnerà la creanza ai militari. E la coppia comica Quillet e Domi praticherà l'umor nero o antici perà la demenzialità a proposi to di sicurezza sotto le armi. Per chi ama il cinema in sé la gioia d'identificare le sequenze girate da L'Herbier, Gance e Co sta-Gavras e la scoperta d'un inedito (?) di Cocteau: il com mento a L'amitié noire (1945). Piero Perona

Persone citate: Alexandre Devarennes, Bresson, Cocteau, De Gaulle, Gance, Gaumont, Jeanne D'are, Louis Croze, Piero Perona, Raf Cristiano

Luoghi citati: Europa, Francia, Italia, Milano, Stra, Torino