Il giardino botanico diventerà un museo

Il giardino botanico diventerà un museo Il giardino botanico diventerà un museo Lo chiamano comunemente Giardino botanico di Rea, ma vuole diventare un museo. Ora la Regione ha deciso di salvarlo. Lo ha acquisito e ne ha affidato la gestione operativa alla Comunità montana Val Sangone che da anni ormai era impegnata nella sua salvaguardia ma non riusciva più a far fronte da sola ai costi troppo alti. Secondo gli accordi presi, all'assessorato alla Cultura spetterà anche il compito di una supervisione scientifica. Si conclude così una storia iniziata circa sette anni fa, quando si fecero le prime ipotesi di un intervento regionale. L'assessore al Cultura Enrico Nerviani spiega oggi: «Non c'è che da rallegrarsi che finalmente si sia potuti arrivare alla parola fine di questa intricata vicenda durata per troppo tempo. Il Giardino di Rea doveva essere a tutti i costi salvato, inestimabile il suo patrimonio per gli appassionati di botanica. Ora si cercherà un suo rilancio definitivo». L'obiettivo è chiaro: si vuole entro breve tempo trasformarlo in un autentico museo all'aperto, dove i cittadini e soprattutto le scolaresche possano vedere e conoscere le varie specie floreali. Si cerca anche di promuovere in modo concreto e diretto un'educazione ambientale. Non mancano i problemi ancora da risolvere, ma l'ottimismo è d'obbligo. Oltretutto sono parecchie le piante particolarmente interessanti: si parte dalla camelia della Cina, per arrivare al Medillina speciosa, unico esemplare fiorito in Europa. Non solo. Vengono conservati 500 esemplari di alghe, licheni e funghi di specie diverse, più di tremila di muschi. Sono esemplari che provengono dal Piemonte, dagli Stati Uniti, Australia e Sud Africa.