Regione un'armata per sessanta posti
Regione, un'armata per sessanta pasti Completi gli elenchi per le elezioni del 6 maggio; i partiti cambiano quasi tutti i candidati Regione, un'armata per sessanta pasti N 1 giovani a palazzo Lascaris In Regione si cambia. Lo fanno tutti. La puntata è alta: quattro milioni di voti. Ma soprattutto è l'ultima occasione per rilanciare il «governo più vicino alla gente» che rischia di spegnersi lentamente: per colpa dello Stato e sua. Così tutti i partiti cercano il poker vincente. Saranno molti di più degli undici che attualmente tengono banco a Palazzo Lascaris tra stucchi e luci. Si parla di almeno quindici formazioni politiche. Nomi? Tanti. Quelli tradizionali cui s'aggiungeranno categorie in lotta: i cacciatori, il comitato per tasse giuste, i pensionati, ecc.. Candidati? Almeno trecento, per sessanta posti. In lista imprenditori, insegnanti, medici. Pochi operai, ancor meno impiegati. Ma la «poltrona» in Regione piace sempre di più: prima di tutto per lo stipendio (oltre tre milioni al mese), quindi perché permette di far politica senza volare a Roma. Mentre il Piemonte con la sua giunta e il «parlamentino» compie 20 anni, arrivano i giovani. I «padri» sono morti (come Viglione e Oberto) o lasciano. Rinnovamento per tutti. DC. Ha venti consiglieri, ne vuole almeno altrettanti. A Torino sicura riconferma per Olivetti, Emilia Bergoglio, GiovanniPicco e Giuseppe Cerchio, assessore al Lavoro e all'Energia. Capolista sarà probabilmente Mario Carletto (vicino al vicesegretario nazionale Silvio Le¬ ga) che punta dritto alla presidenza della giunta. Non si sa ancora invece se continuerà a lavorare in Regione Gian Paolo Brizio (ora assessore al Personale e all'Assistenza). Il ministro del Lavoro Carlo DonatCattin potrebbe anche dirottarlo verso altri lidi. In questo caso il suo testimone verrebbe raccolto dall'ingegner Giovanni Porcellana. Nessuna sorpresa invece per i candidati della Coldiretti, Penasso e Paris (salvo che non voglia tentare anche l'attuale assessore provinciale Claudio Bonansea). Vanno in pensione, ad Asti, Luigia Ottaviano, ad Alessandria Piero Genovese e Armando Devecchi, a Cuneo Bartolomeo Martinetti, a Vercelli Luigi Petrini e Antonino Villa. E anche Aldo Ratti, dopo dieci anni di Consiglio, ha deciso di lasciare. Tra i nuovi di cui si parla, a Torino, il vicepresidente dell'Ascom Vinardi, il professor Carlo Bertolotti, presidente e amministratore delegato di Toexpo, l'assessore comunale alla Gioventù Leo, l'ex deputato Rolando Picchioni, l'ex eurodeputato Vittorino Chiusano. A Cuneo, con Emilio Lombardi (anche lui punta in alto dopo il 6 maggio), Guido Bonino e Dardanello ci sarà il sindaco di Alba Tomaso Zanoletti; ad Asti Tovo o Leva; ad Alessandria Ferraris e Cavaliere; a Vercelli Cattaneo, Tortorone, Luigi Squillarlo, sindaco di Biella, o il presidente della Provincia. Grande incertezza su Novara. Ci sarà sicuramente l'assessore Enrico Nerviani e forse anche il "presidente della giunta Beltrami, cui il partito potrebbe chiedere di ripresentarsi. PCI. Tutto da decidere. Dei consiglieri di Torino sicura riconferma per Maria Grazia Sestero, Mercedes Bresso, Monticelli, Silvana Dameri. Athos Guasso, prestigioso rappresentante comunista già deputato e segretario regionale forse non si vuole più ripresentare. Gli altri: da Calligaro a Bosio, da Adducci a Montefalchesi a Chiezzi dovranno essere riconfermati dai rispettivi comitati provinciali. Si parla con insistenza del ritorno a Palazzo Lascaris di Giovanni Ferrerò, ex assessore alla Cultura. Tra gli altri nomi quello di Adriana Zarri e dell'avvocato Grosso. PSI. Dei nove attuali si ripresentano Nereo Croso a Vercelli, Cernetti a Novara, Franco Ripa a Cuneo, Angelo Rossa ad Alessandria, Eugenio Maccari, Giancarlo Tappare e Giuseppe Bara a Torino. A contender loro la leadership ecco Carla Spagnuolo, Francesco Fiumare, il segretario provinciale Daniele Cantore, Vincenzo Femia, Francesco Mollo, il dirigente Rai Ayassot. Lasciano Palazzo Lascaris per il Comune Domenico Mercurio e Aldo Olivieri. PRI. Ci saranno Bianca Vetrino e Franco Ferrara. C'è un'unica incognita. Chi fa il capolista? Per evitare scontri potreb- be essere un terzo candidato. Jas Gawronski come cinque anni fa? Nessun nodo da sciogliere invece per Mario Fracchia di Alba. Continuerà a guidare i suoi repubblicani. PLI. Tutto da decidere ancora. Certa la conferma del neoassessore Sergio Marchini, mentre il capogruppo Fernando Santoni vorrebbe tornare in Comune lasciando il posto alla presidente della Provincia Nicoletta Casiraghi. PSDI. Due i consiglieri attuali: Andrea Mignone ad Alessandria e Gallerini a Novara. Ci saranno entrambi. Ma il psdi ha sempre fatto un consigliere a Torino. Per quel posto corrono in tre: Beppe Goglio, presidente della Usi 9, Roberto Borrelli, vigile urbano, Pero Bor, presidente della Catarinette. MSI. Conferma per tutti (da Maiorino a Minervini) e nuovi candidati. VERDI CIVICI. La formazio¬ ne si chiamerà, con ogni probabilità «laica, verde civica, antiproibizionista», ed esprimerà insieme con Angelo Pezzana molti altri candidati. VERDI-ARCOBALENO. «Ci sono le basi — conferma Igor Stagliano — per una lista che veda insieme tutti i verdi». Ma i nomi sono «top secret». Ci saranno sicuramente Nemesio Ala e Igor Stagliano. Gian Mario Ricciardi Maria Grazia Sestero Mario Carletto Bianca Vetrino Carla Spagnuolo Igor Stagliano Tomaso Zanoletti
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