Pirelli agli americani? di Leopoldo Pirelli
Pirelli agli americani? New York Times conferma voci di scalata della Goodyear Pirelli agli americani? Il gigante Usa dei pneumatici tenterebbe l'acquisto entro l'anno Ma artiche la tedesca Continental starebbe lavorando in questo senso WASHINGTON. O la Goodyear, il gigante americano dei pneumatici, o la Continental, il colosso tedesco del settore, tenteranno quest'anno di acquistare la Pirelli. Lo ha scritto ieri il New York Times, sottolineando che la Goodyear non partecipa più a fusioni dal lontano 1965. L'azienda americana ha oggi il 18 per cento del fatturato mondiale dei pneumatici, mentre quella tedesca ne ha il 7,5 per cento e la Pirelli ha il 5 per cento. La Continental ha acquistato la General Tire americana nel 1987 e la Pirelli ha acquistato la Armstrong, sempre americana, nel corso dell'anno 1988. Il New York Times ha notato che dieci anni fa c'erano una dozzina di giganti nell'industria mondiale dei pneumatici, di cui sei americani, ma che oggi il loro numero si è ridotto a cinque, e tra di essi è rimasta solo la Goodyear a rappresentare con tutta la sua forza gli Stati Uniti. «Nell'ultimo quinquennio — ha scritto il quotidiano — le compagnie straniere hanno comprato quasi tutte le nostre, compresa la celebre Firestone». «Inoltre — aggiunge il giornale —, cinque mesi fa la Michelin francese ha messo le mani sulla Uniroyal, e ciò potrebbe renderla la massima azienda del settore al mondo, col ventidue per cento del fatturato». A parte la Michelin, i giganti europei sono due soli, appunto la Continental e la Pirelli. Stando a un economista della McDonald, nota agenzia di Wall Street, il connubio tra la Continental e la Pirelli risponderebbe a una logica precisa: «La Pirelli è più forte nell'Europa meridionale — ha scritto l'analista, Harry Millis — la Continental lo è in quella settentrionale: insieme potrebbero causare dei problemi alla stessa Michelin». Ma stando ad altri analisti, questa fusione potrebbe essere ostacolata dalla Goodyear, che avrebbe tutto l'interesse a incorporare la Pirelli. «Io credo che la Goodyear non possa restare a guardare le concorrenti — ha affermato Wilhelm Borgmann — perché rischia di retrocedere ulteriormente: insieme con la Pirelli, ritornerebbe a conquistare la prima posizione». Il New York Times ha rilevato che per un'acquisizione del genere la Goodyear dovrebbe ottenere il permesso non solo degli industriali che controllano il 57 per cento della Pirelli, ma anche della Pirelli stessa. «Non sarebbe facile — ha ammesso lo stesso interlocutore — ma non è impossibile che le argomentazioni americane riescano a convincere l'azienda italiana». Nel suo articolo il New York Times ha posto in rilievo che la domanda mondiale dei pneumatici è in calo, a causa del miglioramento della qualità dei prodotti, e che le imprese sono costrette a investire somme crescenti nella ricerca e nello sviluppo. La Goodyear, per esempio, l'anno scorso ha speso oltre trecento milioni di dollari, pari al tre per cento del suo intero fatturato. Mentre nel 1980 occorrevano ben centodiciassette settimane per sviluppare un nuovo pneumatico, oggi giorno ne bastano sessantacinque, e tra cinque anni potrebbero bastarne venti. La tecnologia fa passi da gigante. Ennio Carette Leopoldo Pirelli
Persone citate: Armstrong, Ennio Carette, Firestone, Harry Millis, Wilhelm Borgmann
Luoghi citati: Europa, Stati Uniti, Usa, Washington
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