Riunificazione, trattative fra un mese di Paolo Patruno

Riunificazione, trattative fra un mese Il Cancelliere rientrato da Mosca annuncia: inizio dei colloqui dopo le elezioni nella Germania Est Riunificazione, trattative fra un mese Ma la Thatcher è «più cauta» sul futuro dell'unità tedesca BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La strada è ormai sgombra, dice Helmut Kohl, verso la riunificazione. Il Cancelliere è rientrato raggiante da Mosca, dove ha finalmente ascoltato da Michail Gorbaciov le parole così a lungo desiderate: l'unità delle due Germanie è questione che riguarda il popolo tedesco. Definitivamente caduto il catenaccio sovietico, il processo unitario entra così nella fase esecutiva: sia nel suo inquadramento internazionale, sia nei suoi aspetti intertedeschi. E' lo stesso Kohl, in due interventi alla radio e alla televisione, che ricorda i prossimi adempimenti. Martedì arriva a Bonn il primo ministro tedesco orientale Hans Modrow, al quale il governo federale presenterà ufficialmente la proposta di unione monetaria che è stata preannunciata alcuni giorni fa. Perché l'unità politica e quella economica, è il Cancelliere a precisarlo, devono procedere di pari passo. La trattativa per la riunificazione, dice Kohl, sarà avviata al più presto dopo le elezioni che il 18 marzo esprimeranno per la prima volta, nell'altra Germania, un Parlamento democratico dal quale scaturirà a sua volta un governo rappresentativo. Il Cancelliere ha sempre insistito sul fatto che l'interlocutore orientale, in materia di unità, doveva essere un gover¬ no legittimato dal voto. In apparente contraddizione con questo punto di vista, Kohl si prepara a trattare con Modrow, capo di un governo privo di quella legittimazione ancorché allargato di recente agli oppositori, il delicatissimo capitolo valutario. La ragione è lui stesso a ricordarla: il potente segnale di una rapida unione monetaria è l'unico modo per fermare l'emorragia umana che sta mettendo a terra la Repubblica Democratica. Dopo avere rallentato nei giorni seguiti alla caduta della frontiera intertedesca, l'esodo è ripreso con l'anno nuovo al ritmo di duemila fuggiaschi al giorno. Ci sono dunque buone ragioni per avere fretta. Kohl rifiuta di indicare un calendario della riunificazione, ma non esclude che già il prossimo dicembre si possano tenere le prime elezioni sull'insieme del territorio delle due Germanie. Respinge invece il rilievo che quanto sta accadendo si configuri come un'annessione della Ddr da parte della Repubblica Federale. Non si tratta di questo, dice il capo del governo di Bonn, tanto è vero che siamo pronti, non appena avremo un organo parlamentare unico, a scrivere per la nuova Germania unita una Costituzione nuova. Un'altra soluzione, concede, potrebbe consistere nell'estendere fino alla linea Oder-Neisse la validità dell'attuale costituzione federale. Ciò che invece non va esteso fino all'OderNeisse è il dispositivo militare atlantico: sulla questione cruciale delle garanzie di sicurezza Kohl ha detto che saranno gli organi rappresentativi della futura Germania unita ad assumere gli impegni internazionali del caso. I risultati della missione sovietica del Cancelliere sono variamente interpretati. Nella stampa domenicale, spicca il titolo a tutta pagina della Bild: «Grazie Gorby». I rappresentanti delle Unioni cristiane definiscono quello di Kohl un grande successo personale. I liberali, alleati minori di governo, si limitano a parlare di passo importante verso l'unità della Germania e dell'Europa. Cenni critici invece dall'opposizione. Il presidente socialdemocratico Hans-Jochen Vogel trova che in fondo Gorbaciov non ha detto a Kohl più di quanto avesse già detto a Modrow un paio di settimane fa, e accusa il Cancelliere di sopravvalutare se stesso. Un altro esponente dell'Spd, il capo del governo di Berlino Ovest Walter Momper, saluta invece con calore il quadro diplomatico definito a Mosca, nel quale la questione tedesca troverà i suoi punti di riferimento internazionali. Momper raccomanda al Cancelliere di cercare, per i prossimi passi verso l'unità, una larga intesa nazionale. Alfredo Venturi LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Soltanto la signora Thatcher sembra remare controcorrente, non si lascia convincere dal coro che, da Mosca a Washington attraverso Bonn e Berlino, celebra forse con eccessiva, precipitosa foga i fatti dell'ineluttabile riunificazione delle due Germanie. Il premier inglese ha puntualizzato la sua posizione in un discorso pronunciato nel fine settimana al congresso dei giovani conservatori a Torquay che chiarisce, dopo qualche nebulosità passata, l'azione del governo britannico nei prossimi mesi. Le coordinate tracciate dalla Thatcher sono nitide, anche se non destinate a trovare ascoltatori entusiasti a Bonn. Dunque, specifica il primo ministro, «ci siamo accordati a Helsinki sul fatto che nessun cambiamento di confine sarebbe avvenuto se non attraverso un accordo. Ouindi, se qualcosa si deve cambiare, ciò richiede una massiccia consultazione fra noi», ossia fra tutti i trentacinque Stati firmatari del trattato di Helsinki. Il processo di riunificazione della Germania non va quindi lasciato alle decisioni dei soli tedeschi, come sostiene Kohl dopo il suo giro a Mosca, né unicamente al benvolere di Usa e Urss. Tutto deve essere ricondotto invece nel quadro di Helsinki, con una conferenza a trentacinque entro la fine dell'anno e a un'intesa fra le quattro potenze vincitrici dell'ultimo conflitto, ossia Usa, Urss, Gran Bretagna e Francia. Questa è l'impostazione fissata dalla signora Thatcher, che lascia trasparire un diffuso allarme per il processo di instabilità avviato nel cuore dell'Europa con questa «corsa verso la riunificazione». Due sono i livelli di preoccupazione messi in evidenza in questi giorni negli ambienti governativi britannici. Il primo riguarda la Nato e la permanenza della Germania unita all'interno dell'Alleanza, perché a Londra è subito suonato un campanello d'allarme quando si è appresa la dichiarazione del segretario di Stato Baker a Mosca. Baker aveva detto che il governo Usa preferisce una piena partecipazione della Germania alla Nato, ma potrebbe accettare anche «una sua più sciolta partecipazione» all'Alleanza Atlantica, che per intanto già «sta mutando natura: meno alleanza militare e più alleanza politica». La seconda preoccupazione riguarda la Cee. Quali saranno le priorità di Bonn, una volta avviato il processo di riunificazione? Secondo Londra, oggi «la signora Thatcher è l'unica persona in Occidente che non corre come un pollo senza testa verso l'unificazione tedesca». Paolo Patruno La signora Thatcher a colloquio con il cancelliere Helmut Kohl