Baggio, un cuore viola di Massimo Gramellini
Baggio, un cuore viola IL MERCATO Il campione sembra impermeabile alle voci sul futuro Baggio, un cuore viola «Non dimenticherò il corteo dei tifosi che vogliono la mia riconferma» Sull'Italia: «Non sono un attaccante, preferisco giocare più indietro» ROTTERDAM DAL NOSTRO INVIATO L'occhio sembra spento. In realtà emana una straordinaria serenità, che è soprattutto distacco dalle vicende terrene. Non lo sfiora neppure la paura per l'atterraggio con brivido cui la comitiva azzurra è stata costretta all'aeroporto. L'aereo, a causa del forte vento, si è posato sulla pista di due saltelli fuori previsto, che hanno avuto il potere di ridurre a un cencio uno spaventato Stefano Tacconi. La Fiorentina, i Pontello, la Juventus, Agnelli, Berlusconi, la nazionale, il futuro prossimo e quello remoto passano sopra il viso di Roberto Baggio come gocce d'acqua su un impermeabile. La voce, bassissima, quasi un sussurro, ripete stancamente discorsi ormai imparati a memoria, maschere interposte fra il suo pensiero e la gente: «Leggo i giornali, le dichiarazioni di questo o quel personaggio. E so di interessare davvero a molte società. Ma il mio cuore è e re¬ sta viola. Il corteo dei tifosi della Fiorentina, che hanno marciato per le vie della città chiedendo la mia riconferma, non può che avermi fatto piacere». ■ In suo nome ormai si scannano tutti, persino il mezzobusto di «Novantesimo minuto» Marcello Giannini, che ha usato la trasmissione più seguita della domenica pomeriggio per informare il collega torinese Castellotti «che da fonti certe ho saputo che Baggio resterà in viola». Paolo Valenti gli ha giustamente ricordato che per i messaggi personali esiste il telefono. Magari con la chiamata addebitata al ricevente. Alla confusione, Baggio ha fatto il callo. Nemmeno questi siparietti inscenati in suo onore riescono più a divertirlo. A metterlo di buon umore, piuttosto, è la convinzione «di aver ripreso la salita verso la forma migliore. Dopo un periodo di appannamento fisico e mentale, sento che muscoli e testa stanno gradatamente ricominciando a rispondermi. E' il momento ideale, perché a marzo c'è la Coppa Uefa e in estate...» In estate c'è un Mondiale che Baggio sogna ancora di poter giocare da titolare. Qui a Rot terdam sostituirà Vialli, in un ruolo di punta che Vicini vor rebbe cucirgli addosso ma che lui non sente completamente suo: «Io preferisco avere due attaccanti davanti a me. Contro l'Olanda può anche funzionare questa soluzione, ma è un ripie go, uno schema d'emergenza»». Provano ad intrigarlo con una battuta su Maradona: segni molto su rigore, proprio come lui. A forza di imitarlo non finirai grasso pure tu? «No, no, non c'è problema: io sto attento alla linea. Sennò poi come faccio a correre?». Non c'è da sbel bearsi dalle risa, è evidente, ma questo passa il convento. Il convento interiore in cui Bag gio si è rinchiuso in meditazio ne. In attesa di prendere deci sioni e sostenere esami dal cui esito dipenderà la serenità, non certo solo economica, della sua vita. Massimo Gramellini
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