«Lo scavo in diretta tv? Una messinscena del Sovrintendente» di Fulvio Milone

«Lo scavo in diretta tv? Una messinscena del Sovrintendente» I sindacati sul putto di Pompei «Lo scavo in diretta tv? Una messinscena del Sovrintendente» NAPOLI. Tra i lavoratori degli scavi archeologici di Pompei e il sovrintendente Baldassarre Conticello è scontro aperto. Lo spunto per l'ennesima polemica è offerto dal ritrovamento nella «Casa dei casti amanti», a Pompei, di una statua di marmo del primo secolo dopo Cristo, raffigurante un bimbo seduto su un delfino. La scoperta risale a sabato, e le telecamere della Rai ne hanno trasmesso le fasi più emozionanti durante il telegiornale della sera. Uno «scoop» del quale i rappresentanti della Cgil e della Uil mettono in dubbio l'autenticità: «Non è altro che una messinscena del sovrintendente, evidentemente convinto che nulla sia meglio della pubblicità-spettacolo. In realtà quella statua era venuta alla luce molte ore prima che la Rai fosse convocata». Insomma la statua sarebbe stata sepolta una seconda volta, e riportata alla luce per le telecamere. Che cosa risponde Conticello? «E'una provocazione fin troppo facile da smascherare: la scoperta, infatti, è avvenuta alla presenza di molti testimoni che sono pronti a confermarne l'autenticità». I responsabili delle segreterie della Cgil e della Uil (la Cisl ha preso le parti del sovrintendente) hanno inviato una lettera-denuncia al ministro dei Beni culturali Pacchiano, nella quale spiegano la loro verità. Scrivono i sindacalisti: «Il ritrovamento mostrato alle quindici del 17 febbraio scorso alla presenza delle telecamere della Rai non solo è stato effettuato di prima mattina, ma anche nel corso di un'assemblea sindacale del personale. Gli scavi erano dunque chiusi al pubblico, e i dipendenti erano assenti. La scoperta, inoltre, è avvenuta in assenza degli addetti alla sorveglianza, che in quel momento partecipavano alla riunione». Fin qui i sindacati, che parlano di «estrema leggerezza del sovrintendente Conticello nella gestione tecnico-scientifica» degli scavi, e ricordano che i custodi sono in stato di agitazione per la questione della sicurezza del personale e della tutela del patrimonio archeolo gico. «Invece di farsi pubblicità mettendo in piedi spettacoli di terz'ordine — dice un sindaca lista — il responsabile degli scavi farebbe bene a spendere i soldi della collettività facendo installare sistemi d'allarme ef fidenti». Il professore Baldassarre Conticello sembra deciso a non raccogliere la sfida lanciata da Cgil e Uil. «E' una buffonata, e in quanto tale deve essere igno rata», ribadisce, e ricostruisce le fasi della scoperta del «putto sul delfino»: «Fra le 13 e le 14 sono stato avvertito dai tecnici che le sonde avevano individuato qualcosa nel perimetro della Casa dei casti amanti. La scoperta è avvenuta davvero davanti alle telecamere. Ciò può essere confermato da più di un testimone: due funzionari della sovrintendenza degni del la massima stima, otto impie gati della ditta appaltatrice che esegue i lavori di scavo, un giornalista e un operatore della Rai e il sottoscritto». Fra i testimoni c'è anche l'in viato della Rai Luigi Necco, au tore del servizio trasmesso sa bato sera da Tg2 e Tg3. «Ho sa puto alle 13,30 che qualcosa stava per venire alla luce negli scavi di Pompei — dice —. Sono arrivato con il cameraman alle 15 in punto, e le operazioni di recupero erano cominciate prò prio allora. La mia impressione è che il sovrintendente ignoras se davvero cosa si celasse sotto lo spesso strato di terra». Fulvio Milone Il «Fanciullo seduto sul delfino»: un ritrovamento contestato

Persone citate: Baldassarre Conticello, Conticello, Luigi Necco

Luoghi citati: Napoli, Pompei