Un finanziere il boss della droga
Un finanziere il boss della droga Il militare, in servizio ad Ancona, era da tempo tenuto sotto controllo dai colleghi Un finanziere il boss della droga Coca per 10 miliardi nell'auto fermata a Meritorie ANCONA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dodici chilogrammi e mezzo di cocaina pura, valore dieci miliardi: sono stati trovati nell'auto, una Croma bianca, di un finanziere di servizio alla dogana del porto di Ancona. Il fermo, ad opera della polizia francese, è stato fatto nella serata di venerdì scorso a Mentane, dove Lorenzo Battaglia, 38 anni, ad Ancona da una quindicina di anni, ma di origini catanesi, sposato e padre di tre figli, era giunto qualche giorno prima ed aveva preso alloggio (camera con vista sul mare) all'hotel Claridge. Assieme a lui è stata fermata una donna, una jugoslava, Mirta Miletic, 31 anni. I due sono stati bloccati mentre stavano salendo in auto. Gli agenti hanno dato l'impressione di muo¬ versi a colpo sicuro (si saprà, poi, che erano stati avvisati dalla stessa Guardia di Finanza): la cocaina era contenuta in sacchetti di plastica nascosti dentro due bombole per sommozzatori. Addosso a Battaglia è stata trovata una pistola, la Beretta d'ordinanza. Nel portafogli, una somma di tutto rispetto: sembra cento milioni. La notizia del fermo è velocemente rimbalzata ad Ancona. Sorpresa la moglie di Battaglia: per lei, il marito doveva essere impegnato in servizio in mare. Lo ha confermato ieri al sostituto procuratore della Repubblica di Ancona, Luzi. Al comando della Guardia di Finanza risultava che Battaglia fosse invece in malattia e che non avesse comunque presentato la necessaria richiesta per l'espatrio, obbligatoria per un finanziere. Un incensurato Lorenzo Battaglia, un'incensurata, così sembra, anche la ragazza jugoslava che era con lui: il nome non compare infatti sui terminali delle forze dell'ordine. L'incredulità e lo stupore iniziali, sono però subito stati spazzati via dalle prime conferme degli inquirenti anconetani: Lorenzo Battaglia era sorvegliato da tempo. Lo ammette il comandante della Legione di Ancona, colonnello Francesco Aloia: «Avevamo notizie — dice — che Lorenzo Battaglia era in contatto con strani personaggi, ma non sapevamo di più e per questo avevamo avvertito anche le autorità francesi». Le forze dell'ordine d'Oltralpe dunque sapevano e sono entrate in azione poco dopo l'arrivo dell'ingente quantitativo di «coca» dal Brasile, portato dalla donna e destinato al mercato italiano. «Sulla destinazione della droga — osserva il colonnello Aloia — non possiamo però dire nulla: molti reparti stanno lavorando in tutta Italia». Si dà però per scontato che il finanziere e la giovane jugoslava facessero parte di una organizzazione internazionale. Risulterebbe anche agli inquirenti: «In Francia — dice il colonnello Aloia — è stata trovata una organizzazione: il bandolo della matassa deve essere in terra francese». «Di più non sappiamo: le autorità francesi — spiega — ci hanno detto poco e comunque chiesto il massimo riserbo proprio perché l'operazione può essere suscettibile di ampi sviluppi». Ieri Lorenzo Battaglia (rinchiuso nel carcere di Marsiglia) e Mirta Miletic sono stati interrogati dalla magistratura fran¬ cese. Dall'interrogatorio non è trapelato nulla. Ad Ancona ci si chiede in particolare come il finanziere (una persona al disopra di ogni sospetto) possa essere stato agganciato dall'organizzazione: forse il tramite, sussurra qualcuno, è stata la donna jugoslava. Battaglia ad Ancona era stato addetto, almeno negli ultimi anni, a lavori di ordinaria amministrazione: il controllo dei veicoli in entrata ed in uscita dal porto. Mai aveva avuto a che fare con operazioni antidroga. Lo ha agganciato il clan dei marsigliesi? E' stata la mafia? Gli inquirenti non trascurano la pista siciliana. Accertamenti sono stati fatti anche in banca, ma sul conto del finanziere finora non è emerso nulla. Franco De Felice
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