Italiano muore in Libia, nuovo giallo

Italiano muore in Libia, nuovo giallo Era un giovane di Savona: asfissiato dai gas di scarico dell'auto alla periferia di Bengasi, troppi silenzi sulla vicenda Italiano muore in Libia, nuovo giallo Lavorava come cuoco, per la polizia è suicidio ROMA. Un altro morto misterioso, un altro italiano che torna dalla Libia in una cassa di zinco senza che sui motivi della sua fine si riesca ad avere nulla più dei comunicati ufficiali. A quattro mesi dall'assassinio di Roberto Ceccato, il tecnico padovano della «Facco» ucciso e bruciato nei pressi dell'aeroporto di Tripoli, Claudio Buscaglia, 34 anni, cuoco in un cantiere alle porte di Bengasi, è morto in un'auto nella notte fra giovedì e venerdì scorsi. Lo hanno scoperto al mattino dopo. Ancora 24 ed ai suoi famigliari, a Carcare, in provincia di Savona, è giunto un gelido fonogramma della questura. Secondo la polizia libica si tratta di suicidio: un suicidio alquanto strano, avvenuto senza apparenti motivi e soprattutto senza che nessuno, per ore, si preoccupasse della sorte di un uomo che pure aveva lasciato il suo cantiere per urgenti motivi di lavoro. I famigliari sono certi che Buscaglia non avesse alcun motivo per porre fine da solo alla sua vita. Al cantiere della «Tecnofrigo», il luogo in cui il cuoco lavorava, attraverso le linee internazionali le parole del responsabile giungono smorzate: «Possiamo attenerci solo alle informazioni ufficiali, e per ora non ne abbiamo... No, non insista, altrimenti sono costretto a interrompere la comunicazione... Tenti di capire, lei non si rende conto di quel che sta succeden¬ do qui». Quel che sta succedendo fra i nostri connazionali che lavorano in Libia è il diffondersi di un'ondata di terrore, magari eccessivo eppure quasi palpabile. Se nello scorso ottobre l'assassinio di Roberto Ceccato era in qualche modo coinciso con le manifestazioni antitaliane organizzate dal regime di Gheddafi, la morte di Buscaglia sembra inspiegabile. E a circondarla di ulteriore mistero contribuisce la strana reticenza dei nostri diplomatici: a Tripoli, i componenti la nostra ambasciata ieri sono rimasti tutto il giorno «in riunione», a Bengasi 11 telefono del consolato squilla a vuoto. Neanche a Roma il ministero degli Esteri è stato in grado di fornire qualcosa in più di una scarna indicazione. Claudio Buscaglia, scapolo estroverso, da vent'anni in giro per il mondo come cuoco (prima sulle navi, poi nei cantieri: era dipendente della «Columbus Food Service» di Genova) era rientrato in Libia il 12 gennaio scorso. Soddisfatto del lavoro — raccontano i parenti — contento della collocazione (un cantiere della «Tecnofrigo» di Bologna, piazzato a pochi chilometri da Bengasi) e pronto a fare progetti per il futuro. Dieci giorni fa chiama una sorella per dire che tutto va bene. Lunedì 12 un collega del cuoco appena rientrato da Bengasi chiama Carcare per far sapere che Claudio sta bene, ha difficoltà a farsi sentire per via delle linee telefoniche. Un salto in avanti fino a giovedì: quel giorno, poco dopo le tre del pomeriggio, Buscaglia prende un'auto del cantiere per recarsi a Bengasi. Deve andare a prendere alcune dònne incaricate della pulizia delle cucine. Esce dal cantiere poi ritorna dopo pochi minuti: l'auto che aveva preso aveva qualche problema. Dunque cambio di mezzo, e nuova uscita in direzione di Bengasi. Le fonti ufficiali dicono che il corpo dell'italiano è stato ritrovato all'alba del giorno dopo da un cittadino libico a sei chilometri dal cantiere. Era riverso nell'auto: da un finestrino spuntava un tubo di plastica collegato allo scappamento, in una scena ormai classica in molti suicidi «cittadini». Ma perché Buscaglia avrebbe dovuto scegliere questo tipo di morte anche ai confini del deserto, perché non era arrivato a Bengasi, dove pure aveva da fare? E come mai nessuno del cantiere si era preoccupato di farlo cercare, vedendo che non rientrava? O forse lo hanno fatto, senza trovare risposta? A pochi mesi da un'altra morte rimasta senza spiegazione ecco dunque un suicidio più che sospetto. Finora si sa solo che l'autopsia non avrebbe rilevato segni di violenza sul corpo del cuoco. Ma perché mai, poi, Buscaglia avrebbe dovuto uccidersi? [g. z.] Claudio Buscaglia, 34 anni, era stato assunto come cuoco