Migliaia di giovani non faranno la leva (decide il distretto) di F. 1.1.
Migliaia di giovani non faranno la leva (decide il distretto) Se la «cartolina» è arrivata tardi Migliaia di giovani non faranno la leva (decide il distretto) ROMA. In gergo militare si chiama «licenza illimitata senza assegni in attesa di congedo». Ne potranno usufruire immediatamente tutti i giovani sotto leva, anche quelli già arruolati ed assegnati alle rispettive sedi, che hanno ricevuto (o riceveranno) la cartolina-precetto dopo più di un anno dalla cessazione dell'ultima proroga. Il che, tradotto in termini pratici, vuol dire che questi giovani hanno già finito il servizio di leva, anche se indossano la divisa da poche settimane o addirittura da qualche giorno. Quelli che devono ancora partire (sempre se la cartolina sia stata recapitata in ritardo rispetto ai dodici mesi previsti dalla legge) non indosseranno mai più la divisa. La sentenza della Corte Costituzionale, recepita dal ministero della Difesa, come ha annunciato venerdì scorso l'on. Martinazzoli in Consiglio dei ministri, comincia a dare i suoi effetti. Il ministro ha dato disposizioni alla direzione generale del proprio dicastero di approntare una circolare da diffondere in tutta Italia, a tutti i distretti, a tutti i comandi. Secondo quanto previsto dalle direttive ministeriali, saranno i comandanti delle singole caserme a vagliare caso per caso la posizione di ciascun soldato e concedere la «licenza illimitata» a quanti rientrano nei requisiti previsti dalla sentenza dell'Alta Corte. Ciò per quel che riguarda i giovani già «incomporati», cioè quelli che hanno iniziato la «naja». Per quanti, invece, non sono ancora partiti ma hanno ricevuto la cartolinaprecetto in ritardo, il ministero prevede che siano i distretti militari, autonomamente e senza alcuna sollecitazione degli interessati, a «liberarli» dall'obbligo della leva. Non è necessario, quindi, inoltrare domande o espletare alcun adempimento burocratico. «Semmai — suggeriscono allo Stato Maggiore — quelli che dovrebbero ancora partire, si facciano vedere negli uffici dei distretti, segnalando la loro posizione». Ma saranno tutti «graziati» i giovani precettati in ritardo rispetto alla scadenza dei dodici mesi dall'ultima proroga? La risposta è: non tutti. Ci sono dei casi, infatti, in cui il ritardo non è dovuto ad un errore del ministero. Quelli, per esempio, che hanno fatto domanda di ammissione ai corsi Auc (allievi ufficiali) o quelli che si trovavano all'estero o irreperibili per altri motivi. Ecco perché saranno i comandanti e i distretti a vagliare caso per caso. Nessuno è ancora in grado di stabilire quanti saranno i «graziati». Allo Stato Maggiore della Difesa non azzardano previsioni, anche se lasciano intendere che non si tratta di un numero esorbitante. Insomma, non si tratterà di ima smobilitazione. La stragrande maggioranza di quanti hanno già usufruito di un rinvio per motivi di studio, infatti, non dovrebbe sfuggire alla «naja». E' dal 1988 che la Difesa è corsa alle contromisure: «Il ministero — dicono allo Stato Maggiore — è stato molto attento a non superare il termine dell'anno e, in genere, viene rispettato». Tuttavia qualche altra «scappatoia» esiste. Per esempio chi viene rinviato più d'una volta, per ridotta idoneità fisica, praticamente ottiene l'esonero. Proprio per rispettare il limite di un anno, infatti, il giovane non parte e gli arriva il congedo a casa, anche se di ciò spesso viene informato con notevole ritardo. [f. 1.1.]
Persone citate: Martinazzoli, Migliaia
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