Sul caso Serena la Ginzburg accusa
Sul caso Serena la Ginzburg accusa Esce oggi il pamphlet della scrittrice: «Ho voluto denunciare una grande ingiustizia» Sul caso Serena la Ginzburg accusa Ma il giudice: il libro farà del male alla bambina TORINO. Esce oggi il libro di Natalia Ginzburg, «Serena Cruz o la vera giustizia». La scrittrice accusa: «Penso che ora sia utile riaprire il caso perché è stata commessa una grande ingiustizia». Ma Graziana Calcagno, procuratore capo della Repubblica al tribunale dei minorenni di Torino e pm nel caso di Serena ribatte: «Non si scrivono libri su bambini che vivono una situazione delicata come quella di Serena. Trovo giustissimo scrivere trattati sulle adozioni, mettere in discussione i criteri che guidano la magistratura minorile nelle sue scelte. Ma i bambini vanno lasciati fuori». Lo spiega al telefono da Messina, dov'è impegnata per un convegno. Dice: «Questa operazione editoriale farà del male a Serena, risolleverà chiasso e confusione intorno a lei». Ma pare non ci sia bisogno di verbi al futuro. Einaudi ha appena presentato i libro e subito arrivano rivelazioni. Da Racconigi, il comitato «pro-Serena» fa sapere che Francesco Giubergia non ha abbandonato la battaglia per riavere la bambina con sé, e invita Natalia Ginzburg a venire a presentare il libro anche nel Cuneese. «Serena Cruz o la vera giustizia — dicono a Racconigi — non è una speculazione: qui è in discussione un certo modo di lavorare della magistratura. Non abbiamo ancora letto il libro, ma ci sembra giusto ripor¬ tare l'attenzione sul caso». Il comitato si sta trasformando in associazione: per meglio «promuovere iniziative sui problemi che riguardano le adozioni». Da Roma, parla invece Nino Marazzita, ultimo legale dei Giubergia. Spiega l'avvocato che tra poche ore consegnerà ai giudici del tribunale minorile di Torino i documenti filippini che ancora mancavano: «Voglio che i magistrati traggano conseguenza dalle loro stesse decisioni. Hanno respinto il ricorso, a dicembre, perché mancava l'asseverazione, cioè il controllo sulla legittimità degli atti, dà parte della magistratura filippina. Bene, l'avranno». Pare che Marazzita abbia un documento autenticato dal giudice di Manila: sarebbe la prova che Francesco Giubergia è il padre naturale di Serena. Ma non basta. Nino Marazzita si muove su due fronti: chiede al tribunale civile il riconoscimento di paternità, e a quello minorile la revoca dell'affidamento della bambina alla famiglia con cui vive dall'aprile scorso. Avvocato, ce la farà? Marazzita non azzarda previsioni. Parla invece volentieri del libro di Natalia Ginzburg. Crede che servirà alla causa? «Mah, non so. E' un bel libro, è scritto con quello stile semplice e chiaro, intelligente, cui la Ginzburg ci ha abituati con tutte le sue opere. No, non credo che faciliti la soluzione del caso: credo si tratti di un fatto letterario. E ogni scrittore è libero di scrivere ciò che desidera». Su questo principio, tutti sono d'accordo. Anche Graziana Calcagno. Dice il procuratore capo: «Sarebbe stato molto interessante se Natalia Ginzburg avesse dedicato la sua attenzione all'adozione internazionale e avesse prodotto una bella inchiesta. Trovo molto giusto che si scrivano trattati sulle adozioni, saggi sui criteri che guidano la magistratura minorile nelle sue scelte. Va benissimo fare uno studio su questi problemi, e mettere in discussione il lavoro dei giudici. Ma non va bene parlare dei bambini, delle loro storie con nome e cognome». Si chiede Graziana Calcagno: «Perché Natalia Ginzburg non ha approfondito la vicenda, prima di scrivere il suo libro? Mi pare incredibile, soprattutto conoscendo la scrittrice e le idee che proclama. Per fare un'inchiesta seria, mi sembra un po' poco basarsi sui ritagli di giornale: il giornalismo è una cosa, scrivere libri un'altra, senza nulla togliere ai giornalisti. Ma la signora Ginzburg non ci ha chiamati, non ha contattato nemmeno il tutore della bambina: non sa nulla di come stia oggi Serena o di come si lavori in un tribunale per i minori. E io credo che per parlare o scrivere di qualcosa, sia necessario prima conoscerlo in modo approfondito». [e. fer.] Serena Cruz fra le braccia di Rosar.nr: Giubergia
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