Papillon in elicottero battuto da una rete

Papillon in elicottero battuto da una rete francia Hanno funzionato le misure adottate dopo un analogo tentativo di fuga: morto il bandito Papillon in elicottero battuto da una rete Fallita rocambolesca evasione dal supercarcere di Fresnes PARIGI NOSTRO SERVIZIO Sono le 14 di domenica. Trenta detenuti escono nel cortile del carcere di massima sicurezza di Fresnes, una ventina di chilometri a Sud di Parigi. E' l'ora della passeggiata. Emile Dieudonné, parigino di 37 anni, detto «Milo», cammina nello squallido spiazzo e guarda nervosamente l'orologio. Poco più in là Fernando Alonso de Celada, argentino di 38 anni, passeggia solitario, come sempre. Due uomini che hanno scelto ancor ragazzi la strada del crimine. Dieudonné era il capo di una pericolosa banda che tra il 1977 e il 1982 ha terrorizzato i quartieri meridionali di Parigi con una serie impressionante di rapine, furti, aggressioni, tentati omicidi. Nello stesso periodo, al di là dell'Atlantico, Celada seguiva lo stesso cammino. Ram¬ pollo di una ricca famiglia di Buenos Aires, il piccolo ma robusto Fernando dimostrava ben presto di preferire i sistemi spicci da piccolo gangster. Aggressioni di rara violenza gli fruttavano il soprannome di «El Bandido». Arrestato in Argentina riusciva ad evadere. Catturato in Spagna ripeteva l'impresa, prima di approdare nella regione di Lione dove uccideva due portieri notturni d'albergo per rapinare pochi franchi. Arrestato veniva condannato all'ergastolo. Da due tipi così ci si può attendere di tutto. Infatti alle 14.05 «Milo» scatta fulmineo verso una tettoia, vi si arrampica con l'agilità di un gatto. «El Bandido» comprende in un batter d'occhio, e gli è subito dietro. Dal cielo giunge un rumore sordo, pochi istanti e compare un elicottero. Appartiene ad una compagnia privata, è decollato pochi minuti prima dal¬ l'eliporto di Issy. Ufficialmente per' un «bateesimo dell'aria» chiesto da tre distinti signori che hanno pagato in anticipo. Ma dopo poche centinaia di metri di volo i tre hanno svelato un'altra faccia. Sono gli amici di «Milo», suoi vecchi complici, e vogliono farlo evadere. In elicottero. Il pilota non ha scelta, la canna di una pistola è puntata contro di lui. Dal velivolo, in volo stazionario sul cortile, scende un grosso cavo, come quelli utilizzati per caricare le navi. «Milo» è pronto, ne afferra l'estremità, inizia la risalita. Ma «El Bandido» non ha alcuna intenzione di perdere l'insperata possibilità di fuga, la terza della sul vita. Si aggrappa con la forza della disperazione ai piedi di «Milo». In cielo inizia una lotta furiosa. Il francese cerca di far cadere l'argentino con grandi colpi di gambe. Ma «El Bandido» non molla la presa. L'elicottero oscilla paurosamente, sembra sul punto di schiantarsi sul tet to del carcere. Il destino si compie con un attimo di anticipo: il cavo si impiglia nel rotore, «im pazzisce» e ne urta un altro, steso orizzontalmente sopra il cortile. Una misura di precau zione presa sette anni fa dopo la prima, riuscita evasione in elicottero da Fresnes. Il cavo si spezza, i due uomi ni precipitano da 15 metri. «Mi lo» muore sul colpo, «El Bandi do» è ferito gravemente. Liberato dal peso l'elicottero si al lontana. Atterra su un campo di calcio a 500 metri dalla prigio ne. I tre criminali fuggono, il pi Iota avverte la polizia. La quin ta evasione in «helicò» da un carcere francese non è riuscita Il ministro della Giustizia Ar paillange può dichiarare soddi sfatto che la rete anti-elicotteri funziona alla perfezione. Paolo Potetti

Persone citate: Celada, Emile Dieudonné, Fernando Alonso, Paolo Potetti

Luoghi citati: Buenos Aires, Parigi, Spagna