Adesso il Csm indaga sui giudici del calcio

Adesso il Csm indaga sui giudici del calcio Verifica sulla «trasparenza» degli incarichi Adesso il Csm indaga sui giudici del calcio ROMA DALLA REDAZIONE Dopo l'alto commissariato per la lotta alla mafia, ora tocca alla Federcalcio e al Col, il Comitato organizzatore locale dei Mondiali di calcio. Il Consiglio superiore della magistratura, che pochi giorni fa ha revocato l'autorizzazione ai tre giudici che collaboravano con Sica, ha deciso di verificare se non sia il caso di fare altrettanto con i magistrati chiamati dal Col come consulenti o impegnati nella procura federale o nell'ufficio indagini della Figc. Dell'indagine si sta occupando la seconda commissione di Palazzo dei Marescialli, competente a vigilare sulla compatibilità dei vari incarichi extragiudiziari. Il presidente Papa ha chiesto e ottenuto dalle procure delle città sede dei Mondiali l'elenco delle inchieste su illeciti edilizi, sequestri di can¬ tieri, incidenti sul lavoro e morti bianche. «Si vuole — dichiara Stefano Racheli, che due mesi fa sollecitò l'inchiesta — che gli incarichi conferiti dal Coni nella trasparenza, seguitino a vivere nella trasparenza. Non è un'indagine nei confronti dei colleghi. Ma si vuole solo verificare che sui magistrati non possa ricadere alcun sospetto». In caso positivo si dovrà procedere, fa capire, alla revoca delle autorizzazioni concesse. «Nessun magistrato — precisa intanto l'organizzazione — lavora in modo organico con il Col-Italia '90». Degli 87 giudici che offrono la propria consulenza alla Federcalcio, solo due (Francesco Nitto Palma e Cesare Martellino), sono stati distaccati al Col per coordinare con la polizia le misure di sicurezza. Problema, sottolineano al Col, che per regolamento spetta al governo del Paese che ospita i Mondiali.

Persone citate: Cesare Martellino, Francesco Nitto Palma, Sica, Stefano Racheli

Luoghi citati: Roma