I serbi minacciano di colonizzare il Kosovo

I serbi minacciano di colonizzare il Kosovo Assegnazioni di terre a 100 mila immigrati e agevolazioni per capovolgere gli equilibri etnici I serbi minacciano di colonizzare il Kosovo Una nuova sfida riaccende la guerra con gli albanesi ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Centomila serbi e montenegrini da insediare al più presto nel Kosovo. E' l'ultima soluzione dei comunisti serbi per risanare la situazione sempre più drammatica di questa regione autonoma abitata al novanta per cento dalla popolazione di nazionalità albanese e travagliata da lungo tempo da una sanguinosa «guerra» etnica. Il nuovo programma per il Kosovo intitolato «Per la pace, la libertà, l'uguaglianza, la democrazia e la prosperità», è stato presentato al Comitato centrale del partito comunista della Serbia non solo come una nuova pagina nella storia di questa Repubblica, ma come una possibile base di tutte le future iniziative del Parlamento serbo nella regione del Kosovo. Tra le misure previste anche quella di istituire un fon¬ do per i nuovi coloni, i cui mezzi verranno assicurati dai contributi di tutti i lavoratori della Serbia. Per i prossimi cinque anni i contribuenti verseranno 1' 1 per cento del loro salario lordo per finanziare l'immigrazione nel Kosovo. Vi saranno altre agevolazioni, dalla terra che dovrebbe essere distribuita a condizioni favorevoli, alle possibilità di trovare lavoro. Soltanto così verrà fermato l'attuale esodo dei serbi e dei montenegrini del Kosovo costretti ad abbandonare la regione, secondo i dirigenti di Belgrado, sotto le minacce della popolazione albanese. Benché nelle ultime manifestazioni nel Kosovo, dove da più di un anno vige lo stato di emergenza, siano state uccise più di 30 persone e tutte di nazionalità albanese, i dirigenti comunisti serbi sono rimasti arroccati alle loro posizioni di assoluta intransigen¬ za nei confronti di quelli che definiscono «terroristi», i separatisti- albanesi che vogliono riprendere il dominio nella regione. «L'attuale Costituzione jugoslava — ha detto il segretario del partito comunista serbo Milomir Minic — ha alzato una frontiera tra il Kosovo e la Serbia, cancellando quella tra il Kosovo e l'Albania. In questo modo gli albanesi nel Kosovo sono diventati maggioranza, mentre i serbi, nella loro Repubblica, si sorto ritrovati in minoranza. Gli sciovinisti albanesi contano su questo territorio nel cuore della Serbia, ma essa non lo cederà mai». Gli albanesi nel Kosovo, ha continuato Minic, godono dell'assoluta parità nazionale, più di ogni altra minoranza al mondo; inoltre negli ultimi due anni nella regione vi sono stati numerosi cambiamenti positivi, malgrado «i colpi bassi», ha accusato, sferrati alla Serbia dalla coalizione di Lubiana e Zagabria e dal loro aiuto ai separatisti. Nel giro di tre giorni più di mille persone hanno aderito all'iniziativa dei dirigenti comunisti serbi iscrivendosi alla lista del «Comitato per il ritorno dei serbi e dei montenegrini nel Kosovo» istituito a Belgrado. Ignorando gli appelli al dialogo che provengono dai rappresentanti dei nuovi partiti di opposizione sorti nel Kosovo, dal resto della Jugoslavia, e anche dal Parlamento Europeo che nell'ultima risoluzione condanna la situazione politica ne) Kosovo, i comunisti serbi giocano la carta dell'equilibrio etnico, senza aver precedentemente risolto le gravi tensioni politiche e sociali della regione. E' più che giustificato il timore che la loro iniziativa venga raccolta dalle fasce più estremiste della popolazione serba e montenegrina, le stesse che pochi, giorni fa, in occa¬ sione dei recenti scontri dei manifestanti albanesi con le forze dell'ordine erano pronte a partire come volontari nel Kosovo per farsi giustizia da soli. Nella regione intanto regna una calma apparente. Tranne qualche incidente, non vi sono più stati scontri armati ma non cessano le proteste mute degli abitanti albanesi che in lunghi cortei silenziosi esprimono la loro solidarietà con le ultime vittime della repressione. Tutte le scuole di lingua albanese sono chiuse da più di una settimana, gli studenti scioperano chiedendo l'abolizione delle misure di emergenza, le dimissioni dei dirigenti regionali, le libere elezioni e la libertà per tutti i detenuti politici. Oggi scade .l'ultimatum che hanno rivolto alle autorità. Sono in molti a temere una nuova giornata di violenza. Ingrid Badurina

Persone citate: Ingrid Badurina, Milomir Minic, Minic