Ora è rottura nella dc

Ora è rottura nella dc Bodrato respinge la proposta di un'intesa con Forlani Ora è rottura nella dc Forse la sinistra va all'opposizione ROMA. E' rottura nella de. Anche se la sinistra del partito formalizzerà solo oggi la probabile decisione di andare in minoranza, sembra ormai che l'unica incertezza sulle conclusioni del Consiglio nazionale, aperto ieri mattina da una relazione del segretario Arnaldo Forlani, riguardi il grado di radicalità della divisione. A questa decisione la sinistra arriva dopo lunghi ondeggiamenti, in presenza di atteggiamenti diversi al suo interno e non senza avere apprezzato l'appello unitario lanciato da Forlani. Ma mentre Ciriaco De Mita assicurava: «Decideremo domani (oggi, ndr). O tutti da una parte o tutti dall'altra», il vicesegretario Guido Bodrato è andato alla tribuna per tenere un intervento che ha fatto terra bruciata su ogni possibilità di accordo. L'unanimità congressuale, sofferta fin dalla nascita, non ha compiuto nemmeno un anno. Molti esponenti della sinistra hanno notato un «tono nuovo» nella relazione del segretario, che non ha offerto appigli a polemiche, ha regalato alcune aperture soprattutto sul piano del metodo, qualche contropartita da verificare sull'informazione e su Palermo, un ufficio politico e una Conferenza nazionale. Ma, forte del fatto che nessuno propone apertamente alternative di linea politica, Forlani ha ribadito la strategia dell'incontro con i socialisti, spiegando che essa, oggi, è più attuale che mai. La crisi del pei, secondo il segretario, autorizza il psi a sperare di avvantaggiarsene. E questo non deve creare «nessun allarme» nella de, poiché, almeno in questa fase, il psi parla di alternativa, ma non la pratica. Mentre gli uomini di De Mita trovavano che la relazione di Forlani costituiva una base su cui era possibile discutere, Bodrato ha denunciato il disegno dell'area che fa capo a neo-do- rotei, andreottiani, forzanovisti e fanfaniani, di puntare a un'eliminazione della sinistra, pur blandendola con continui appelli all'unità. Gli uomini di Forlani hanno sottolineato subito che la relazione aveva concesso la massima apertura possibile e che, quindi, non erano disponibili altre mediazioni. A meno di una clamorosa spaccatura all'interno della sinistra, quindi, il Cn si concluderà con un lungo elenco di dimissioni, a cominciare da quelle di De Mita da presidente del partito. L'attenzione si sposta adesso sulle possibili conseguenze di questa decisione. Vista l'imminenza di elezioni, è probabile una gestione concordata della rottura, che faccia sopravvivere, almeno per una fase, qualche forma di collegamento unitario. Ma Oscar Luigi Scalfaro, intervenendo ieri pomeriggio nel dibattito, ha detto: «Pensare che le dimissioni della sinistra dagli incarichi interni non tocchino il governo resta solo una nobile intenzione». Paolo Passarmi ALTRI SERVIZI A PAGINA 3

Luoghi citati: Palermo, Roma