Spesso il cuore matto non deve fare paura

Spesso il cuore matto non deve fare paura Spesso il cuore matto non deve fare paura CHI è senza extrasistoli scagli la prima pietra, diceva un saggio clinico. L'extrasistole è una sistole (pulsazione del cuore) anticipata rispetto alla cadenza del ritmo cardiaco, seguita da una pausa prolungata che compensa l'anticipo, e da una pulsazione che riprende il ritmo, ma più intensa della norma. E' quest'ultima che viene percepita, e descritta con varie e fantasiose espressioni, dal frullo d'ala al colpo al cuore, dalla ventata al pugno nel petto, dal tuffo al mancamento, dalla saettante fitta alla momentanea vertigine, tavolta con pallore, sudore freddo, senso d'ansietà. In molti casi le extrasistoli non indicano una lesione cardiaca ma possono essere la conseguenza del tabacco, del caffè, di tensioni psichiche, fatica, depressione, risentimento, ostilità. Se isolate e rare, o anche frequenti, in un cuore sano, non richiedono un trattamento, ma nei cardiopatici possono essere preoccupanti. Le extrasistoli, di per sé, sono niente e meno di niente, ma hanno la gravità della patologia cardiaca sottostante. E' dunque essenziale accertare questa eventuale patologia. Le extrasistoli appartengono al vasto capitolo delle aritmie (alterazioni della regolarità e frequenza del ritmo dei battiti cardiaci), così vasto che ormai si parla d'una vera e propria specialità, la «cardio-aritmologia». L'intento essenziale è distinguere i due grandi gruppi di soggetti, quelli che non abbisognano di terapie e possono venire rassicurati, e quelli che invece devono essere curati. Una scarica rapida di extrasistoli con inizio e cessazione improvvisi è la tachicardia parossistica. Il numero dei battiti aumenta fino a centosessanta-duecento al minuto, per un breve periodo o anche per ore o giorni, con una penosa sensazione, un'angosciosa palpitazione. Non sempre è dimostrabile una cardiopatia, del resto tutti sanno che una semplice tachicardia («cuore rapido») può essere la conseguenza di emozioni (l'amore fa «battere» il cuore) o del tabacco, del caffè, della febbre. Vi è anche una forma di aritmia congenita, la sindrome di Wolff-Parkinson-White, con disturbi del ritmo improvvisi, in genere tachicardia. Di solito il cuore è apparentemente normale. Ne sono colpite in particolare certe famiglie, per cui si pensa ad una trasmissione a carattere ereditario. Anni fa si parlò con molto interesse della tachicardia che colpiva improvvisamente Franco Fava, un fondista che correva i tremila siepi, e I il corridore ciclista Franco 1 Bitossi. Nonostante il loro cuore matto essi ebbero importanti affermazioni sportive. Il cuore può avere al contrario una bradicardia, un battito raro, al di sotto di sessanta al minuto. La bradicardia può essere costituzionale (famoso a questo proposito l'esempio di Napoleone), fra l'altro rappresentando un vantaggio per ottenere prestazioni sportive elevate (pensiamo ai casi di Binda, Bartali, eccetera), ma può avere anche un significato patologico e rientrare allora nelle aritmie. Altri tipi di aritmie hanno nomi diversi, per esempio «flutter», «fibrillazione»: possono essere il segnale di alterazioni cardiache come possono non esserlo. In sostanza un cuore che sembra malato al suo possessore può non esserlo e viceversa. Un disturbo del ritmo non è di per sé rivelatore d'una precisa condizione morbosa. Sovente benigne e ben sopportate, le aritmie altre volte possono avere conseguenze anche pericolose. Talora non sono neppure avvertite soggettivamente, non ci si accorge di esse, talora invece possono causare palpitazioni, un fastidio o un dolore cardiaco intermittente, qualche affanno di respiro, uno stordimento passeggero, un fugace annebbiamento della vista, stanchezza, fino anche alla perdita di coscienza. Nei giorni scorsi a Marilleva, nel Trentino, il congresso internazionale «Le nuove frontiere delle aritmie 1990» ha approfondito tutti questi argomenti. Ci sono molti farmaci per rimettere ordine nei turbamenti del ritmo cardiaco, e per ogni tipo di aritmia esistono farmaci adatti. Un rimedio particolare per certe aritmie è la cardioversione o elettroconversione, controshock, controscossa, defibrillazione, tutti nomi che indicano una stimolazione elettrica esterna del torace, in leggera anestesia generale, mediante speciali dispositivi aventi l'effetto di interrompere l'alterazione del ritmo. I successi immediati sono numerosi, con differenze dipendenti dalla natura dell'aritmia. E ancora si possono citare il pacemaker antitachicardico, l'impiego del laser, le radiofrequenze con le quali eliminare i focolai cardiaci produttori di aritmie, e anche interventi chirurgici. Grandi progressi anche nel campo delle indagini diagnostiche: la registrazione ambulatoriale dell'elettrocardiogramma per 24 ore (Holter), l'ecocardiografia e altre ancora; infine una delle tecniche più recenti, la ricerca dei potenziali tardivi mediante un elettrocardiogramma detto ad alta amplificazione. Ulrico di Aichelburg

Persone citate: Bartali, Binda, Bitossi, Franco Fava, Parkinson, Ulrico Di Aichelburg, Wolff

Luoghi citati: Trentino