E Castro promette una mini-riforma

E Castro promette una mini-riforma Cautela a Washington: «Fidel vuole solo rendere il sistema più efficiente, non sostituirlo» E Castro promette una mini-riforma «Il partito cambierà», ma resta il principio del centralismo WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sorprendente iniziativa di Fidel Castro. Ieri a Cuba, il Comitato centrale ha annunciato la riforma del partito comunista cubano «per migliorare le condizioni del processo politico e istituzionale del Paese — ha riferito un breve comunicato — senza abbandonare i principi leninisti del partito unico e del centralismo democratico». Sono stati formati alcuni gruppi di lavoro che sottoporranno una serie di misure al Congresso del partito del '91. A Washington il dipartimento di Stato ha accolto la notizia con cauta soddisfazione, commentando che «già nei prossimi mesi Castro potrebbe liberalizzare parzialmente il sistema». «Forse cercherà di soddisfare le istanze popolari più urgenti senza rinunciare al monopolio del potere», ha detto un portavoce. Il dipartimento di Stato ha rifiutato di precisare se ritenga l'esperimento possibile o lo consideri il preludio a gravi scosse a Cuba. Il comitato centrale del pc cubano era stato convocato per promuovere un miglior funzionamento del governo, ma ha finito per affidare ai gruppi di lavoro un mandato più ampio, di revisione del partito. L'ex rappresentante Usa all'Avana, Wayne Smith, ha affermato che l'evento «ha un duplice significato: da un lato, segnala ai cubani che Castro non è rigidamente contrario ai cambiamenti, dall'altro che egli non intende ripetere quelli che considera gli errori di Gorbaciov». Il suo scopo è di prevenire la protesta popolare e realizzare le riforme nell'ambito del sistema, «più per umanizzarlo che per democratizzarlo e più per renderlo efficiente che per sostituirlo con uno nuovo». L'ex diplomatico ha osservato che «comun¬ que questa ammissione che le cose non vanno potrebbe essere l'inizio di una svolta importante a Cuba». Nel giudizio del dipartimento di Stato, Castro ha agito «su pressione interna e su quella di Gorbaciov». Nell'ultimo biennio le critiche a Cuba sono aumentate. Un anno fa, Castro fece processare e condannare a morte per traffico di droga Ochoa, l'eroe nazionale cubano, quasi alla vigilia della Visita di Gorbaciov nell'isola. Il dipartimento di Stato sostiene che le accuse erano false, che il generale era l'esponente più in vista del gorbaciovismo all'Avana e che Castro lo eliminò sia per paralizzare l'incipiente opposizione sia per dimostrare a Gorbaciov di avere il potere assoluto a Cuba. Da allora, l'Urss ha prima ridotto poi cessato le forniture di grano all'alleato. Il dipartimento di Stato non pensa tuttavia a un confronto Gorba- ciov-Castro con grosse ripercussioni in Sud America. Washington crede invece che quest'anno, alla scadenza dell'accordo quinquennale, Gorbaciov ridurrà anche l'import di zucchero cubano, una delle principali fonti di sostentamento dell'isola. Stando al dipartimento di Stato, il presidente sovietico, pur smentendo di voler imporre la perestrojka agli altri Paesi comunisti, desidererebbe che si allineassero alle sue posizioni. Il vicepresidente Usa Quayle ha dichiarato che «il castrismo non può essere immune dagli sconvolgimenti del blocco sovietico» e che Castro «non poteva rimanere alla finestra a guardare». La senatrice Kessenbaum ha messo in dubbio che a Cuba possano verificarsi eventi simili a quelli della Ddr o della Cecoslovacchia, ma ha espresso la speranza che «questo sia il primo cedimento di Castro». [e. e]