A Tokyo si vota senza brividi

A Tokyo si vota senza brividi Iiberaldemocratici oggi favoriti alla Camera, ma il governo sarà di coalizione A Tokyo si vota senza brividi Minoritari in Senato, addio monopolio L'opposizione paga dogmatismi e risse TOKYO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A sei mesi dalla prima sconfitta elettorale in 35 anni subita nel luglio scorso per il Senato, il partito liberaldemocratico è di nuovo sulla strada della vittoria alle votazioni di oggi per la Camera. Ha bisogno di conquistare 257 dei 512 seggi in palio per assicurarsi la maggioranza assoluta. Secondo gli ultimi sondaggi dovrebbe farcela senza problemi, arrivando anche oltre. Un'indagine dell'agenzia Kyodo su 100 mila votanti con relative proiezioni lo vede a 271 seggi; lo stesso è previsto dall'Asahi Shimbun, giornale notoriamente non tenero col partito di governo. Sarà comunque una vittoria di Pirro. Anche se avessero la maggioranza assoluta, i Iiberaldemocratici non manterranno il monopolio del potere che hanno da quasi 40 anni. Al Senato restano infatti minoritari, e per governare dovranno quindi ricorrere a una coalizione. La Camera conta più del Senato per tutta una serie di atti legislativivi, e potrebbero in questa sede far da sé, come hanno fatto da luglio a oggi; ma per il bilancio e altri atti qualificanti è necessaria la maggioranza nelle due assemblee. Un'avanzata socialista, pur politicamente significativa, non avrà alcun effetto pratico. Anche se fossero eletti tutti, i candidati dei vari partiti d'op¬ posizione non farebbero maggioranza, senza contare i contrasti politici tra loro. Il ricorso a una coalizione a guida liberaldemocratica è quindi inevitabile. Ma nessuno esclude la ripetizione di quel che è avvenuto in passato per tre volte: e cioè il passaggio di deputati di un qualche partito d'opposizione ai Iiberaldemocratici. Come ovunque, qui è più facile comprar deputati che voti. Al momento finale, sembra certo che gli elettori vogliano restar sul sicuro ed evitare incognite d'un rafforzamento dell'opposizione: al Senato essa ha dimostrato di sapersi unire solo contro il partito di governo, ridotto in condizione minoritaria, ma incapace di esprimere un serio programma politico. Le differenze tra i socialisti, maggior partito d'opposizione, e il partito buddista e quello socialdemocratico restano profonde, sia sulla politica estera sia su quella interna. Numericamente più deboli, i tre sono troppo divisi per costituire insieme una seria alternativa. I comunisti contano poco e rischiano di scomparire. In politica interna i socialisti della signora Takako Doiparlano ancora di rivoluzione sociale, conservando in politica estera un dogmatismo anti-americano rifiutato dagli altri. L'unico elemento unificante è stata finora la battaglia contro un'I- va del 3% istituita dal governo. E' prevista per i socialisti un'avanzata, ma non nei termini di quella del luglio scorso. Dagli 83 seggi nella dissolta Camera, potrebbero passare a 120. Ma sarebbe un successo a spese degli altri due partiti d'opposizione, entrambi votati a una disfatta: diversi esponenti buddisti e socialdemocratici sono stati implicati anch'essi negli scandali finanziari che l'anno scorso travolsero il partito di governo. I comunisti combattono per la sopravvivenza. Sono il partito più intellettualizzato, auto¬ nomo da Mosca da ben prima che nascesse l'eurocomunismo, ma irrimediabilmente isolato con la sua forte connotazione ideologica in un Paese refrattario all'ideologia. Dai 41 seggi nel '79 sono scesi a 27 nella Camera appena sciolta, e nessuno pensa che possano mantenerli. A luglio, sotto l'effetto della Tienanmen, hanno^ perduto 3 seggi al Senato. Col tracollo generale comunista, potrebbero adesso perderne molti di più. Il primo ministro Kaifu è stato abbastanza abile durante la campagna a spostare il tema delle elezioni dagli scandali e dall'imposta del 3 per cento alla capacità dell'opposizione di poter e sapere governare. In politica estera la validità delle grandi scelte del Paese nei decenni a guida liberaldemocratica, contrastate dai socialisti, si rivela vincente; in politica interna l'opposizione pur di raccattare voti si schiera su posizioni protezionistiche, a difesa di strati privilegiati e superprotetti come gli agricoltori, contrastando a danno dei consumatori le timide aperture adottate dal governo. Fernando Mozzetti

Persone citate: Fernando Mozzetti, Kaifu, Takako Doiparlano

Luoghi citati: Mosca, Tokyo