«Cari alpini non servite» di Enzo Laganà

«Cari alpini non servite» «Cari alpini non servite» 1sindaci della Locride: la soluzione è la legge REGGIO CALABRIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ben vengano gli alpini in Aspromonte, ma la sola presenza delle «penne nere» non basterà a guarire la piaga dei sequestri. Così magistrati ed amministratori calabresi commentano l'idea del presidente del Consiglio Andreotti: inviare nella roccaforte della 'ndrangheta reparti di alpini per far fronte in qualche modo all'«invincibile Anonima» che continua a gestire l'industria dei rapimenti in Italia. Convinto che si tratterà di un buon deterrente per la delinquenza organizzata e per i latitanti è il procuratore della Repubblica di Locri, Rocco Lombardo. «Si parla sempre dell'Aspromonte come di una zona abbandonata; ebbene, la presenza dello Stato si manifesterà anche così pur se, chiaramente, i soldati non potranno svolgere compiti di polizia giudiziaria. L'ho detto già due anni fa che le divise dell'esercito giovano specialmente se riescono a controllare il territorio ed effettuano esercitazioni mirate. Ci vogliono però contestualmente altre misure per prevenire e combattere il crimine, come quelle che pare si vogliano finalmente adottare a proposito dei sequestri di persona e che noi abbiamo più volte suggerito e sollecitato». A Palmi, sull'altro versante dell'Aspromonte (dove la situazione è meno drammatica), il procuratore della Repubblica Agostino Cordova appare più cauto, quasi scettico sul ruolo dell'esercito in montagna. «Dobbiamo sapere prima se gli alpini verranno permanentemente o saltuariamente, in quale numero e quindi come potranno essere impegnati. Certo, per chi ha sostenuto l'inaccessibilità dell'Aspromonte la loro presenza servirà a dimostrare il contrario. Non si può comunque negare che i sequestratori incontreranno più difficoltà ad operare, ma non credo che la presenza degli alpini risolverà il problema dei sequestri». Il presidente del comitato dei sindaci della Locride, il socialista Paolo Catalano, sostiene: «La presenza degli alpini non deve significare una militarizzazione dell'Aspromonte così come avvenne dopo l'Unità d'Italia. Ci sarebbe la sensazione che la Locride e la Calabria siano zone inaffidabili, mentre invece qui ci sono giovani che vogliono lavorare onestamente, intellettuali che vogliono manifestare il loro impegno civile, imprenditori che vogliono investire i propri capitali. Noi diciamo che va bene sì la repressione ed una più efficace legge antisequestri, ma occorre anche rafforzare la magistratura e non dimenticare l'importanza di valide infrastrutture che oggi risentono, quando non mancano del tutto, dello stato di abbandono. A queste condizioni, benvenuti gli alpini, con i quali ci sarà un interessante travaso di culture». Il democristiano Paolo Fulco, sindaco di Oppido Mamertino, (il suo predecessore Mittica è morto qualche mese dopo che l'Anonima aveva liberato sua figlia) dice: «Quella diAndreotti mi sembra una decisione ottima. I militari sono già stati di recente nel nostro comune e in altri limitrofi della piana di Gioia Tauro. L'impatto è stato meraviglioso: la popolazione li ha accolti benissimo e ritengo che loro si siano trovati altrettanto bene qui da noi. Ma la soluzione vera è un'altra, è una legge che introduca provvedimenti severi». Enzo Laganà

Persone citate: Agostino Cordova, Mittica, Paolo Catalano, Paolo Fulco, Rocco Lombardo

Luoghi citati: Calabria, Gioia Tauro, Italia, Locri, Palmi, Reggio Calabria