E Prost fa l'indifferente di Cristiano Chiavegato
E Prost fa l'indifferente E Prost fa l'indifferente «Affari suoi, io penso alla Ferrari» SESTRIERE DAL NOSTRO INVIATO Alain Prost ha battuto Nigel Mansell. Nel senso che il francese ha saputo per primo che Senna avrebbe partecipato al mondiale di Formula 1. Il campione del mondo era appena sceso dall'elicottero che lo ha portato al Colle per il raduno dei piloti del gruppo Fiat, quando abbiamo potuto avvicinarlo per comunicargli la prima notizia, quella riguardante l'esclusione del brasiliano. Non era passato un minuto che arrivava il contrordine: Senna ha avuto la superlicenza a guiderà la McLaren. In ogni caso l'atteggiamento del francese della Ferrari non è cambiato: «Non sono fatti che mi riguardano», aveva detto prima e la stessa frase ha ripetuto dopo. «Per me l'unica cosa che conta è di avere una vettura competitiva per vincere il mondiale. E debbo riconoscere che le premesse sono buone anche se non si potrà sapere nulla di certo sino alla prima gara, quella di Phoenix 1' 11 marzo». Prost è andato poi a cambiarsi e ha partecipato ad una partita di calcetto piloti-giornalisti, trovando il compagno di squadra Mansell che era giunto a Sestriere nella mattinata accompagnato dalla moglie e dai tre figli. L'inglese ha avuto una reazione analoga a quella di Alain e ha ribadito che quelli di Senna non sono fatti suoi. Se si disponesse di una macchina della verità, sarebbe interessante sapere fino a che punto i piloti (almeno quelli che sperano di essere in lizza per il titolo) desiderano la presenza di un Senna. Ma questo è un altro problema. «Sarebbe stato grave, come principio — ha dichiarato Cesare Fiorio, ds Ferrari — rinunciare ad un campione del valore di Senna». Adesso che la vicenda sembra essere rientrata nei binari della normalità, vale la pena di esprimere un'opinione. Se è vero che le regole nello sport debbono essere rispettate (e Senna le ha infrante, non tanto per l'errore commesso in pista in Giappone, quanto per le dichiarazioni sulla «manipolazione del campionato»), è altrettanto vero che la Federazione e Balestre hanno esagerato nel colpire il pilota. Ma chi ha sbagliato più di tutti è la McLaren che avrebbe dovuto risolvere il prò blema internamente con un'opera di persuasione nei con fronti del pilota, il quale adesso dovrà comunque ritrattare pubblicamente le frasi incriminate. Non era meglio farlo prima e senza tanti tamburi? Per quanto riguarda i retroscena, l'iscrizione del povero Palmer da parte della McLaren e il successivo ripensamento della Fisa, è chiaro che le pressioni per risolvere il caso sono stati tali e tante (sponsor Honda) da consigliare a tutti un accordo. Il braccio di ferro non conveniva a nessuno, né a Balestre, né a Senna ed alla McLaren. Comunque i conti per questa polemica li faremo più avanti, perché la storia è destinata a non finire qui. Cristiano Chiavegato
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