Senna perdonato da Balestre
Senna perdonato da Balestre Colpi di scena fino all'ultimo, il brasiliano escluso poi riammesso al mondiale Senna perdonato da Balestre «Caro presidente, mi sono sbagliato» PARIGI. La buffonata è finita. Ayrton Senna ha chiesto scusa, Jean Marie Balestre ha accettato soddisfatto, il grande circo della Formula 1 può ripartire anche quest'anno senza lasciar nessuno per strada. Soprattutto se si chiama Senna ed è uno dei massimi pretendenti al titolo mondiale. Per un'ora, ieri pomeriggio, il brasiliano è rimasto escluso dalla lista dei 35 superpiloti ammessi alla FI, sostituito in seno alla McLaren dall'inglese Palmer. Una «svista» che il presidentissimo Balestre ha giustificato, in serata, con la ritardata ricezione della lettera di scuse di Senna. Il tanto atteso atto di pentimento che lo sponsor Marlboro-PhiUp Morris ha praticamente imposto all'orgoglioso pilota. «Caro presidente — scrive Senna in data 15 febbraio — nel corso della riunione del consiglio mondiale Fisa, a Parigi il 7 dicembre, ho ascoltato le testimonianze e le dichiarazioni di numerose persone. Debbo concludere che esse costituiscono la prova che nessun gruppo di pressione, né il presidente della Fisa, hanno influenzato le decisioni concernenti i risultati del campionato del mondo F1 1989. Vi allego la domanda di licenza per partecipare al campionato FI 1990. Cordiali saluti. Ayrton Senna». Più che la lettera di un pilota pentito sembra la prosa di un avvocato d'affari. E probabilmente proprio un legale londinese ha stilato le dieci righe che seguite da una telefonata «amichevole» di Senna hanno mandato in visibilio il collerico Balestre. Il settantenne francese meditava vendetta dal 22 ottobre, dal giorno del Gp del Giappone quando Senna perse di fatto il titolo a favore di Prost e si scagliò contro la decisione della Fisa di squalificarlo. Per comporre il dissidio Balestre Senna sono occorsi quattro mesi, qualche migliaio di pagine di giornale ed un assegno di 124 milioni staccato dal pilota per pagare l'ammenda alla Fisa. Sono così scongiurate anche le minacce che planavano sul Gp degli Usa a Phoenix e su quello del Brasile a San Paolo, i primi due appuntamenti della stagione F 1. Negli Stati Uniti Senna avrebbe potuto bloccare lo svolgimento della gara rivolgendosi alla magistratura per un presunto «intralcio alla libertà di lavoro» (il suo) da parte della Fisa. E in Brasile il governo aveva già fatto sapere che senza l'idolo nazionale, il circo della FI non sarebbe nemmeno entrato nel Paese. Archiviato il caso Senna-Balestre l'attenzione generale viene ora attratta da questioni più serie. A cominciare dalla lista dei 35 partecipanti al mondiale '90. Gli italiani (13) sono i più numerosi. E anche le nostre squadre (8 su 19) sono in maggioranza. Ecco la lista. Ferrari: Mansell, Prost. McLaren: Berger, Senna. Ags: Dalmas, Tarquini. Benetton: Nannini, Piquet. Larrousse: Bernard, Suzuki. EuroBrun: Moreno, Claudio Langes. Arrows: Alboreto, Caffi. LeytonMarch: Gugelmin, Capelli. Life: Brabham. Ligier: Alliot, Larini. Minardi: Martini, Barilla. Onyx: Johansson, Lehto. MrdBrabham: Modena, Foitek. Osella: Grouillard. Scuderia Italia: Pirro, De Cesaris. Subaru-Coloni: Gachot. Lotus: Warwick, Donnely. Tyrrell: Alesi, Nakajima. Williams: Patrese, Boutsen. Paolo Potetti Pentito. Senna ha chiesto scusa
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