Biella, in trappola nel bosco in fiamme

Biella, in trappola nel bosco in fiamme Biella, in trappola nel bosco in fiamme Gravi due giovani, un operaio cade per il vento e muore Dopo trenta ore di raffiche violentissime, il Fòhn si è placato nel Biellese, ma si è lasciato alle spalle un bilancio pesante: un operaio morto, due giovani volontari delle squadre antincendio in gravi condizioni e miliardi di danni. L'incidente mortale è accaduto nel cantiere dell'impresa Bresciani e Canale di Trivero alla filatura Jet di Vigliano. Un carpentiere di 50 anni, Aldo Collavizza, residente a Trivero, è caduto, quasi certamente a causa di un colpo di vento, dal tetto di un capannone in costruzione. Soccorso dai compagni è stato trasportato all'Ospedale degli Infermi. L'esame della Tac ha confermato la presenza di gravissime lesioni al cervello e nel tentativo di salvarlo, con un'eliambulanza è stato trasferito al nosocomio di Alessandria, dove però non c'era posto. L'elicottero ha cambiato rotta in velo e ha trasportato il Collavizza nel centro specializzato di Novara, dove però é morto poco dopo il ricovero. Lascia la moglie, Edda Bollo, e un figlio di 17 anni. Gravemente ustionati Paolo Cerri e Gualtiero Dell'Olmo, i due giovani di Trivero che ieri mattina, assieme a decine di altri volontari, erano intervenuti per spegnere un rogo scoppiato in Valsessera. Stavano preparando una pista tagliafuoco, quando si sono trovati circondati dalle fiamme. Mentre il rogo avanzava sospinto dal vento hanno deciso di superare la «barriera», ma le fiamme li hanno avvolti. Soccorsi sono stati trasportati all'ospedale di Borgosesia: il più grave è apparso Paolo Cerri che ha riportato ustioni sul 45% del corpo. E' stato trasferito al reparto grandi ustionati del Cto di Torino. La prognosi è riservata. Lesioni di minore entità ha riportato Gualtiero Dell'Olmo che è stato ricoverato nell'ospedale valsesiano: se non subentreranno complicazioni guarirà in una trentina di giorni. L'incendio di Sant'Emiliano che probabilmente è stato appiccato da un piromane, è stato scoperto giovedì sera, poco prima di mezzanotte, quando alcuni automobilisti dalla provinciale che collega Crevacuore con Roasio hanno visto levarsi sulle colline fiamme alte parecchi metri. La Valle Po brucia ancora, fiamme e paura anche a Demonte, in Valle Stura, dove i 250 abitanti della frazione San Lorenzo sono stati fatti sgombrare. I focolai di Bagnolo a Montoso non sono ancora stati circoscritti e gli abitanti della borgata Turle, distrutta giovedì notte, non hanno trovato una sistemazione. Nel Pinerolose la situazione è ancora grave anche se, per fortuna, sotto controllo. A Prarostino le fiamme hanno bruciato tutte le case della borgata e alcuni edifici, lambiti dal fuoco, sono stati fatti sgomberare. Ieri mattina a Cumiana ha corso il rischio di bruciare l'unico centro nazionale per l'allevamento del lupo italiano. Il comandante dei vigili del fuoco di Cuneo, Salvatore Tirrito, ieri pomeriggio ha sorvolato a lungo in elicottero tutta l'area investita dagli incendi. Non è pessimista: «La situazione è grave, ma entro oggi riprenderemo il controllo delle zone. Le fiamme divampano ancora sul Monte Bracco, minacciando le borgate Cantone e Gerbido di Paesana, e in Valle Stura dove a Demonte stiamo facendo sforzi davvero sovrumani. Si può invece dire che la situazione d'emergenza è stata superata in Val di Susa, dove ieri sera ha iniziato a piovere in abbondanza, e nel Canavese». Il vento è diminuito molto d'intensità ed è così migliorato il rendimento delle squadre di soccorso che riescono a bloccare più facilmente il fronte delle fiamme. In aiuto ai vigili del fuoco e ai volontari a terra, è giunto anche un elicottero dell'Elialpi (che giovedì non ha potuto levarsi in volo per le condizioni proibitive) che ha continuato tutta la giornata a versare ettolitri d'acqua sulle pinete e sulle case minacciate. Due aerei Canadair e un elicottero CH47 sono comunque pronti ad entrare in azione e già oggi atterreranno all'aeroporto di Levaldigi. A Pisa è anche pronto a decollare un G222 dotato del modulo «Saa» per il lancio di sostanze ritardanti. Il provvedimento è stato deciso in serata dal ministro per la Protezione civile Vito Lattanzio. Intanto si è conclusa senza inconvenienti l'operazione di recupero dei 150 bambini marsigliesi rimasti bloccati in un albergo semidistrutto dal vento a Rucas di Bagnolo. Per tutta la notte le «pantere» della polizia — coordinate dal prefetto di Cuneo Felice Sorgi — hanno fatto la spola tra Bagnolo e Sampeyre dove gli scolari francesi sono stati sistemati in albergo. La brutta avventura è finita e i bambini torneranno in patria oggi pomeriggio. Mentre le fiamme continuano a distruggere ettari ed ettari di boschi, scoppiano le prime polemiche. L'assessore provinciale Giacomo Paire accusa lo Stato: «Non devono pensare a noi adesso, lo dovevano fare prima. Ci servono strade tagliafuoco e piste forestali con prese d'acqua. Qui da noi la politica della montagna non esiste e in due giorni è andato distrutto il lavoro di trent'anni». E' intervenuto anche l'assessore regionale Giuseppe Cerchio che ha chiesto «una mappa dei danni per attivare subito le procedure finanziare d'aiuto per i Comuni colpiti».