«Gli studenti nella stanza dei bottoni » di Francesco Grignetti

«Gli studenti nella stanza dei bottoni » Il ministro Ruberò* pronto a modificare la legge di riforma per sbloccare la crisi dell'Università «Gli studenti nella stanza dei bottoni » Nei consigli di facoltà voteranno per presidi e rettori ROMA. Il governo ha deciso di modificare il disegno di legge Ruberti sulle università per venire incontro agli studenti e favorire lo sgombero degli atenei occupati. «Il problema principale — ha spiegato Ruberti — è che gli studenti non si sentono rappresentati, affidati come sono a meccanismi inadeguati. E' su questo punto che intendiamo intervenire». Gli studenti saranno eletti, con rappresentanza più larga, nei consigli d'amministrazione e di facoltà e potranno, a loro volta, partecipare all'elezione dei presidi di facoltà e dei rettori. Ed è stata ribadita la prevalenza del finanziamento pubblico per la vita delle università. Le proposte, ha spiegato il ministro parlando alla Camera mentre il Consiglio dei ministri era ancora in corso, servono a dare più voce agli studenti negli organi che gestiscono gli atenei italiani. E' previsto un ridisegno dei consigli di amministrazione, con maggiore presenza degli studenti e di «tutte le componenti del mondo universitario». Viene assicurato il diritto di voto ai rappresentanti degli studenti nei consigli di facoltà e nel senato accademico per tutte le questioni didattiche. E crescono i poteri del senato studentesco, considerato finora dagli universitari un organismo mutile: il suo parere sarà obbligatorio sugli ordina- menti didattici,sull'organizzazione dei servizi e in generale su tutto quanto attiene la vita degli studenti. Ma le modifiche non finiscono qui. Anzi, la proposta forse più «rivoluzionaria» viene a proposito dell'elezione dei Magnifici rettori. ((Attraverso i propri rappresentanti eletti — è la proposta del governo —, gli studenti parteciperanno all'elezione del rettore e del preside di facoltà». Fino ad oggi, invece, il voto era privilegio dei professori. E per questo motivo, il rettore era visto dagli studenti più come portavoce dei «baroni», che come rappresentante istituzionale dell'ateneo. «Le modifiche sono un segnale esplicito della nostra disponibilità — sostiene Ruberti —. E ora tocca agli studenti del movimento aprire un rapporto con le istituzioni». La decisione del Consiglio dei ministri è stata accolta con soddisfazione dal presidente della Conferenza dei rettori, Tommaso Scarascia Mugnozza: «Queste modifiche — ha detto — dovrebbero risolvere in tempi brevi l'attuale stato di agitazione nelle università». Grande soddisfazione anche del movimento popolare, di ispirazione ciellina. «Il governo ha accolto le istanze della stragrande maggioranza degli stu¬ denti — ha dichiarato Giancarlo Cesana, presidente del movimento popolare — che chiedevano appunto un peso maggiore nei consigli di amministrazione». Secondo la federazione giovanile comunista, invece, si tratta di «un primo parziale risultato; ma sulla filosofia di fondo non c'è stata ancora nessuna apertura». Nessuna reazione, invece, dal movimento degli studenti. Le decisioni di ieri, indubbiamente, sono vittorie consistenti per chi protestava contro l'esclusione dalle «stanze dei bottoni». A Roma, ne parleranno martedì. E poi, a partire da sabato 24, per tre giorni se ne oc¬ cuperà l'assemblea nazionale degli universitari convocata a Firenze. A giudicare, però, dalla risposta all'appello del rettore Giorgio Tecce (che è stato bollato come «paternalistico») difficilmente gli occupanti decideranno di sgomberare nei prossimi giorni. Ieri alla «Sapienza» si è tenuta una lunga assemblea per mettere a punto un documento programmatico. Ma non sono riusciti a decidere. «Ormai ha vinto la stanchezza, inutile nasconderlo — racconta Michele, studente di Geologia — alle assemblee rimangono sempre meno studenti e sempre più "professionisti" della politica. E sono loro, alla fine, a decidere immancabilmente la linea dura». L'assemblea romana si è trascinata fra ovazioni ed applausi per gli slogan più radicali: dimissioni del ministro e dell'intero governo, riduzione delle spese militari a beneficio degli atenei, presalario a tutti gli studenti, riduzione delle tasse universitarie. Agli studenti, intanto, si è rivolto Achille Occhetto, con una lettera aperta, presentando il disegno di legge comunista sull'università e dichiarandosi pronto al dialogo con il movimento della «pantera» per eventuali modifiche. Francesco Grignetti

Persone citate: Achille Occhetto, Giancarlo Cesana, Giorgio Tecce, Ruberti, Tommaso Scarascia

Luoghi citati: Firenze, Roma