Così Bonn ha snobbato la Cee
Così Bonn ha snobbato la Cee Così Bonn ha snobbato la Cee II New York Times svela i retroscena di Ottawa «Per Kohl Vunione non è affare degli europei» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' stata Bonn più che Washington a voler escludere i Paesi europei dai negoziati sulla unificazione delle due Germanie. Lo afferma il New York Times svelando i retroscena degli accordi conclusi a Ottawa dai due governi tedeschi e dalle Quattro grandi, gli Usa, l'Urss, l'Inghilterra e la Francia, lo scorso martedì. Secondo il quotidiano, la formula americana due più quattro ossia negoziati tra le due Germanie ma sotto l'ombrello delle potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale, fu concepita dal segretario di Stato Baker soprattutto per superare le riserve sovietiche. Ma Bonn rese chiaro, scrive il New York Times, che «non si sarebbe messa nelle mani dei Paesi europei». Il veto tedesco occidentale alla partecipazione della Cee o della Nato alle trattative sull'unità germanica sarebbe stato posto dal ministro degli Esteri tedesco Genscher in un incontro con Baker il 3 febbraio scorso a Washington. «Il progetto del due più quattro piacque al ministro — ha scritto il New York Times —, ma Genscher precisò che sarebbe toccato esclusivamente alle due Germanie stabilire la natura della loro unità, e che la competenza delle Quattro grandi si sarebbe limitata ai loro rapporti esterni». «Genscher insistette anche — ha proseguito il quotidiano — che la Germania Occidentale non avrebbe accettato una formula due più quindici, ossia la partecipazione ai negoziati dei Paesi dell'Alleanza atlantica». Le rivelazioni del New York Times, non smentite dal Dipartimento di Stato, sollevano inquietanti interrogativi sul ruolo della Germania in Europa. Stando al New York Times, che ha intitolato il suo articolo «Una Bonn muscolosa prevale sulle Quattro grandi», la notizia dell'accordo tra le due Germanie e le potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale fu trasmessa prima ai giornali e alle radio-tv che ai ministri degli Esteri europei presenti a Ottawa. «Gli italiani, gli olandesi e i belgi ne furono irritati, e reclamarono alcuni cambiamenti nei testi — ha affermato il giornale — soprattutto in riferimento alla sicurezza non solo dei Paesi confinanti con le due Germanie, ma anche del resto dell'Europa». «Fu loro spiegato in termini secchi — ha aggiunto il New York Times — che la questione riguardava soltanto le Quattro grandi, che hanno dei diritti legali sulle due Germanie e nessun altro». Citando un anonimo funzionario del governo americano, il New York Times ha concluso: «L'accordo era quello, fu detto agli alleati, e anche se non era loro gradito, era l'unico possibile ai termini del diritto internazionale». La ricostruzione dei retroscena fatta dal foglio newyorkese spiega il perché della protesta di De Michelis subito dopo il comunicato di Ottawa: il ministro degli Esteri italiano fu tra i più fermi assertori degli interessi della Cee di fronte al blocco formato dalle due Germanie e dalle Quattro grandi. Le indiscrezioni del New York Times minacciano di accentuare i contrasti che si stanno delineando in Europa sull'integrazione della Cee, sul futuro della Nato, e i timori per la stabilità dei confini post-bellici, soprattutto quelli con la Polonia. Ennio Carette
Persone citate: Baker, De Michelis, Ennio Carette, Kohl Vunione
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