Tacchella: lo Stato deve scegliere di Giuliano Marchesini

Tacchella: lo Stato deve scegliere Tacchella: lo Stato deve scegliere Ai rapitori di Patrizia: «Fatevi vivi, aspetto» STALLAVENA (VERONA) DAL NOSTRO INVIATO «Io dico: che lo Stato in questo momento scelga una strada. E che non ci sia tutta questa confusione. La sua scelta lo Stato la farà per proteggere l'incolumità dei sequestrati, e senz'altro perché questa piaga venga finalmente eliminata». Imerio Tacchella, il padre di Patrizia, la bambina rapita 19 giorni fa, commenta l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri del disegno di legge antisequestri. Di Patrizia, il titolare della «Carrera» non ha ancora una «notizia sicura». E lancia un altro angoscioso appello ai banditi: «Alle persone che sono accanto a mia figlia dico: fatevi vive, io sono qua». Papà Tacchella ha appena partecipato ad una riunione nella sede della ditta. Ci riceve in una saletta della villa poco lontano dallo stabilimento. E' stanchissimo, pallido, e ha gli occhi lucidi. Riprende il discorso sul disegno di legge varato dal Consiglio dei ministri. «Io non entro nel merito del provvedimento: queste sono responsabilità che ognuno si prende. Diciamo che noi, con il nostro votò, abbiamo mandato delle persone a gestire questa politica: penso che loro opereranno con oculatezza e senso di responsabilità». Tacchella si passa una mano sulla fronte. «Insomma, io ho piena fiducia nello Stato». Il provvedimento approvato dal governo prevede, tra le principali iniziative, il blocco dei beni dei familiari dei sequestrati. Che ne dice? «Si vagliano certe scelte: mi auguro soltanto che siano fatte per la salvaguardia delle persone che sono esposte al rapimento. E soprattutto, ripeto, che un problema di tanta gravità venga risolto al più presto». Sul blocco dei beni, comunque, Imerio Tacchella non sembra voler soffermarsi più di tanto: il tema, per lui, è troppo delicato. Piuttosto, fa un altro discorso: «Mi affido allo Stato e alle forze dell'ordine. Credo in loro, per l'incolumità di mia figlia. E continuo a sperare che Patrizia torni a casa presto». Il disegno di legge antisequestri prevede anche aggravanti per chi rapisce un minore. Qual è il suo giudizio? «Io non sono in grado di giudicare: ci sono persone prepa¬ rate, per questo». Ma, in questo momento di terribile attesa, Tacchella lancia un appello anche ai parlamentari: «Mi rivolgo a tutti i politici, perché ognuno si assuma le proprie responsabilità, perché il Paese possa vivere tranquillo. E perché un cittadino non debba stare in un'ansia inimmaginabile per il fenomeno dei sequestri». Il «re dei jeans» leva lo sguardo: «Questo traspare dai miei occhi». Il provvedimento proposto dal governo consentirà di ridurre il numero dei rapimenti per estorsione, o di cancellarli del tutto? «Non saprei dire. Comunque, ci tengo a ribadire che mi affido al governo, come ho fiducia nelle forze dell'ordine». Dal 29 gennaio, per Imerio Tacchella un susseguirsi di speranze e di incertezze, con lo stillicidio di messaggi, tra i quali il titolare della «Carrera» non riesce ancora ad orientarsi. «Abbiamo più scritti, più telefonate. Ma di sicuro, niente». Tacchella pensa alla solidarietà che la sua famiglia ha ricevuto in questi giorni. «Voglio ringraziare tutti gli italiani. E soprattutto i bambini delle scuole, che con i loro disegni e i loro scritti hanno riempito il vuoto della mia casa». Imerio Tacchella torna in ufficio. Nell'andarsene, dice ancora: «Credo che lo Stato faccia in modo che coloro che in questo momento sono nelle mani dei banditi vengano rilasciati al più presto». Giuliano Marchesini

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