Mamma Casella
Mamma Casella Mamma Casella «Arrivano in ritardo» Prime reazioni a caldo di familiari, di ex rapiti, al disegno di legge del governo: tra il ricordo dell'angoscia trascorsa e la paura per chi ancora è in rnapo all'Anonima. Mamma Casella chiede da Pavia: «E' il modo giusto per scoraggiare e combattere i sequestri di persona? Francamente non so che dire. Intanto ci si sta pensando con grande ritardo e non so fino a che punto in modo veramente efficace. Certo, l'inasprimento delle pene e le restrizioni carcerarie per i sequestratori non possono che trovarmi d'accordo. Era ora!» E il giro di vite sulle famiglie? «Sul blocco dei beni e tutto il resto la cosa mi lascia perplessa: mi sembra che si scarichi sugli affetti di una famiglia un peso gravisissimo e si metta in pericolo la vita dei sequestrati, e questo perché non si è capaci di sconfiggere in altro modo i sequestratori». «Entrando in vigore la legge davvero non ci saranno più sequestri? — si domanda mamma Casella —. E con il blocco dei beni le famiglie resteranno passive? Non cercheranno qualche altra soluzione? E cosa sarà degli ostaggi che sono ancora in mano a quella gente? Oggi con mio figlio Cesare a casa esprimere un giudizio non è facile, anche perché penso alle famiglie di tutti coloro che sono ancora prigionieri. E' meglio che non aggiunga altro». Un'altra voce: Marzio Perrini, 65 anni, imprenditore di Fasano (Brindisi). Fu rapito il 28 dicembre 1988 e rilasciato, dopo 196 giorni di prigionia, nelle campagne di Ginosa Marina (Taranto), poco dopo la mezzanotte dell'11 luglio 1989. Riscatto pagato: 2 miliardi. Perrini non ha dubbi: «Sono favorevole alla linea dura e a una legge che affronti con vigo re i sequestri di persona. Soltanto con una legge severa co me quella proposta, si può con vincere l'Anonima che il rapi mento non paga facilmente com'è avvenuto fino ad oggi. In seguito alla liberazione, mi sono impegnato, nel mio piccolo, affinché a un provvedimento del genere si potesse arrivare ho inviato una lettera al Presi dente della Repubblica, ho sollecitato i parlamentari pugliesi e ho criticato l'inerzia del governo, che sta arrivando a una decisione concreta solo ora, con 6 mesi di ritardo. Ma chi ha parenti rapiti? «Mi rendo conto che non è facile parlare di blocco dei capitali a quelle persone i cui congiunti soiiò' nelle mani dell'Anonima — dice Perrini —, però bisogna combattere con mezzi diversi. Non credo che ci sarebbero vittime: i rapitori sanno fare molto bene i loro conti. Con una legge dura essi comincerebbero a mettere in discussione il "business" dei rapimenti. «Le ultime vicende — aggiunge — hanno dimostrato che la linea dura ottiene effetti positivi. Finora però è stata applicata solo da alcuni magistrati. Con una legge diventerebbe finalmente una contromisura valida in tutta la nazione». Infine Perrini ritorna su un tema che lo ha visto in prima linea: «Molta gente che ha avuto purtroppo a che fare con l'Anonima è rimasta sul lastrico. E lo Stato, che per queste vicende ha grandi responsabilità, non ha concesso loro neppure le agevolazioni fiscali». Gli ostaggi in mano.ai sequestratori sono 6: Patrizia Tacchella (rapita il 29 gennaio), Carlo Celadon (25 gennaio 1988) , Andrea Cortellezzi (17 febbraio 1989), Mirella Silocchi (28 luglio 1989), Cataldo Albanese (9 ottobre 1989) e Vincenzo Medici (21 dicembre 1989) . [r.cri.]
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