I Testimoni di Geova: ci perseguitano

I Testimoni di Geova: ci perseguitano Il gruppo replica al cardinale Oddi che li aveva accusati di avere «il Maligno alle spalle» I Testimoni di Geova: ci perseguitano «Tra i cattolici c'è chi non vuole la nostra intesa con lo Stato» ROMA. «Siamo perseguitati!», gridano i Testimoni di Geova, e accusano alcuni settori della Chiesa cattolica di attività denigratoria ai loro danni allo scopo di bloccare il cammino dell'Intesa con lo Stato, ferma ormai da alcuni anni. E' la prima volta che l'organizzazione, il gruppo religioso con più aderenti in Italia dopo i cattolici, sente il bisogno di aprirsi all'opinione pubblica in maniera ufficiale con una conferenza stampa, al termine della quale è stato presentato un volume di 250 pagine, «Intolleranza religiosa alle soglie del Duemila». Accusati soltanto tre giorni fa dal card. Oddi di avere alle spalle il Maligno e di essere «teslimoni di niente», i seguaci della «Torre di Guardia» rispondono, per bocca del loro presidente, Walter Farneti: «Se siamo una nullità non comprendiamo la loro preoccupazione e il loro grande attivismo per contrastarci». Preoccupati i cattolici, ma preoccupati anche i Testimoni di Geova. Da qualche tempo in Italia «testimoni pentiti» sono usciti allo scoperto, lanciando accuse sul clima psicologico che si vive all'interno della confessione, e all'isolamento totale al quale va incontro chi decida di abbandonare. Inoltre i fuoriusciti sostengono che il divieto alla trasfusione di sangue e le posizioni relative al diritto-dovere di voto e al servizio militare sono anticostituzionali, e quindi dovrebbero costituire un impedimento non alla libera attività della società, ma alla firma dell'Intesa. Tesi che l'organizzazione rigetta in linea di principio. I Testimoni accusano in particolare due gruppi di fungere da «organismi di discriminazione»: il «Gruppo di ricerca e informazione sulle sette» (Gris), cattolico; e 1'«Associazione di ricerca e informazione sulle sette» (Aris), laico. L'attacco verrebbe portato ih diversi modi. Ad esempio, attribuendo alla Torre di Guardia comportamenti negativi emersi nel corso di indagini a carico di altri movimenti. «Che alcuni di questi abusino della libertà religiosa pare assodato — ha detto Paolo Piccioli, addetto stampa —. Ed è compito degli Stati impedire tali abusi», ma utilizzando le leggi in vigore. Portando all'estremo la risoluzione adottata dal Parlamento europeo in materia di sette, e di limitazione delle libertà personali, «si potrebbero bloccare tutti i conventi di clausura», sostiene Piccioli. I Testimoni di Geova accusano i «gruppi di discriminazione» di utilizzare i fuoriusciti per «creare casi, gonfiarli», anticipando il giudizio della magistratura che poi «solitamente archivia» Inoltre, secondo i Te¬ stimoni, alcuni esponenti del Gris avrebbero tenuto lezioni di «anti-geovismo», in diverse città, comprese Roma e Torino. «La Chiesa cattolica non ha il diritto — ha detto Piccioli — di chiedere spazio alle scuole per parlare contro gli altri culti. Vogliono forse ripristinare lo Stato confessionale? Basta con il ricorso al braccio confessionale dello Stato!». Le cifre dell'organizzazione: 2400 comunità, 175 mila «evangelizzatori», 350 mila partecipanti al culto. Ma l'Intesa appare lontana: l'on. Andreotti riprenderà i colloqui solo dopo che il Parlamento avrà approvato una legge sul problema della libertà religiosa, in sostituzione di quella fascista. «Un rinvio della questione alle calende greche», ha commentato l'aw. Lorenzini, esperto legale dei Testimoni di Geova. Marco Tosarti

Persone citate: Andreotti, Aris, Gris, Lorenzini, Oddi, Paolo Piccioli, Piccioli, Walter Farneti

Luoghi citati: Italia, Roma, Torino