Contro i narcos il patto di Cartagena

Contro i narcos il patto di Cartagena Misure militari ma anche aiuti economici decisi dal vertice tra Bush e Paesi andini Contro i narcos il patto di Cartagena Washington potrà installare radar e fornire istruttori Fondi Usa per la trasformazione delle colture CARTAGENA DAL NOSTRO INVIATO «Un secolo e mezzo fa, Cartagena si liberò per sempre dal traffico degli schiavi. Ci auguriamo che col vertice di oggi Cartagena liberi per sempre il mondo dal traffico della droga». Con questa frase, Virgilio Barco, il coraggioso presidente che lo scorso agosto dichiarò guerra ai narcotrafficanti, una guerra che sinora ha fatto oltre trecento morti, ha ieri proclamato l'impegno solenne degli Stati Uniti, Colombia, Perù e Bolivia a eliminare la piaga della cocaina. Barco, a cui il sanguinario cartello della droga di Medellin ha offerto la resa in cambio dell'amnistia, ha accolto Bush nella maestosa cornice di forte Manzanillo, sul promontorio da cui in epoca coloniale partivano i galeoni carichi d'oro diretti in Spagna. Nel cielo sfrecciavano i caccia e gli elicotteri e nella rada incrociavano le unità dell'antiterrorismo. Sette ore più tardi, la firma dell'accordo antidroga tra Washington e le tre nazioni andine, «la prima vera sconfitta» ha detto Bush «del nuovo impero del male, quello degli stupefacenti». Il vertice antidroga di Cartagena non ha consentito agli Stati Uniti di realizzare il loro piano di un blocco navale della Colombia che prevedeva l'invio di una portaerei nei Caraibi e l'impiego dei caccia per intercettare gli aerei dei narcotrafficanti. Ma sembra — non c'è ancora conferma ufficiale — che Bush abbia strappato a Barco, al presidente peruviano Garcia e a quello boliviano Paz Zamora l'assenso a installare radar sulle coste e sulle Ande, a impiegare gli Awacs, gli aerei-radar di stanza a Portorico, e a mandare contingenti di istruttori militari nelle zone più pericolose come la valle dell'alto Huallaga in Perù. In cambio, Bush ha annunciato misure contro l'esportazione alle nazioni andine delle sostanze chimiche Usa usate nella lavorazione della cocaina e di armi e munizioni. Ha promesso inoltre aiuti finanziari per la distruzione dei raccolti di coca e favorire il passaggio dei coltivatori sudamericani a produzioni legali, nonché agevolazioni commerciali. La superpotenza e i suoi vicini poveri si sono così incontrati a metà strada. Il Presidente degli Stati Uniti, che per essere pronto al vertice-lampo ha trascorso la notte sul suo aereo, prima nell'hangar di Washington e poi in volo, si è presentato a Cartagena preceduto da un'abile campagna di relazioni pubbliche. Le ultime statistiche dimostrano che negli Usa il consumo della cocaina cala e i sequestri di droga da parte della polizia aumentano. Ma gli uomini del suo staff non sono riusciti a soffocare le polemiche contro la superpotenza che cerca di risolvere all'estero i problemi che rifiuta di affrontare in casa, e che con i suoi interventi armati evoca lo spettro del colonialismo. Barco in particolare ha protestato per il danno arrecato alla Colombia dal contingentamento imposte dagli Usa alle importazioni di caffè e di fiori, e ha chiesto che il suo Paese ottenga parte dei beni sequestrati ai narcotrafficanti, che l'anno scorso hanno superato i cento milioni di dollari. Nessun attentato ha turbato il vertice antidroga. Ma dimostrazioni di protesta ed episodi di violenza si sono registrate in Colombia. A Cali, sede del secondo cartello colombiano, l'Esercito di liberazione nazionale ha sequestrato un sacerdote statunitense, Francisco Amico, mentre si recava a celebrare la Messa: è la stessa formazione castrista che i giorni precedenti aveva sequestrato l'uomo d'affari James Donnelly e l'insegnante David Kent. A Cartagena, una formazione che si definisce «gruppo Nelson Mandela» ha minacciato rappresaglie per il fine-settimana. Il vertice si è così svolto in un clima di tensione, con cinquemila tra soldati e agenti colombiani a presidio dell'accademia navale sede degli incontri. Bush ha raggiunto l'accademia su un elicottero. Impacciato dal giubbotto antiproiettile, Bush ha abbracciato prima Barco, poi Paz Zamora, ma non ha ripetuto il gesto con Garcia: il presidente peruviano, il più ostile agli Stati Uniti, si era portato dietro come consigliere un coltivatore di coca che non ha però partecipato ai negoziati. Ennio Carette USA I consumatori continuano a crescere: il 37% della popolazione (72.5 milioni) ammette di aver fatto uso di droga almeno una volta. Tre milioni di persone sniffano cocaina, di cui 1.2 milioni regolarmente. Il problema ha spinto il presidente Bush a varare un programma anti-droga da 10.6 miliardi di dolimi. ECUADOR Sta diventando uno ' dei maggiori centri sudamericani per il riciclaggio del denaro sporco: secondo la polizia, almeno 400 milioni di dollari, ricavati dal commercio della droga, sono passati per l'Ecuador l'anno scorso. Gli Usa concedono un milione di dollari l'anno alle autorità di Quito per la lotta agli stupefacenti. IL SENTIERO DELLA DROGA COLOMBIA E' il maggiore produttore mondiale di droga: cocaina e marijuana. I cartelli di Medellin e Cali — chiamati cosi dai nomi delle città dove hanno sede i loro quartier generali — controllano una larga fetta della raffinazione e dei traffici mondiali di stupefacenti. PERÙ' E' il più grande coltivatore di piante di coca del mondo. Le contromisure del governo hanno fatto scendere la produzione della droga, ma non hanno stroncato la guerriglia di Sentiero Luminoso. BOLIVIA E' il secondo produttore mondiale di cocaina. La diffusione delle coltivazioni ha però fatto scendere I prezzi della droga, costringendo i cartelli a diversificare le loro . attività.