E' Asti la capitale per Cossutta di Sergio Miravalle
E' Asti la capitale per Cossutta Nei precongressi del pei l'unica città in cui raggiunge quasi il 40% dei voti E' Asti la capitale per Cossutta Leader è il segretario Fiom, Claudio Caron (l no a Occhetto supera complessivamente il sì ASTI. Con il 39,8% dei consensi alla mozione 3, i comunisti astigiani sono i più «cossuttiani» d'Italia o forse, più semplicemente «caroniani», ovvero seguaci di Claudio Caron, 38 anni, il segretario della locale Camera del lavoro, schierato per il no alla proposta Occhetto. La realtà industriale astigiana è significativa, ma non basta a spiegare la nascita di questo massiccio «zoccolo duro» all'interno del partito. Il pei alle elezioni non va oltre il 25% dei suffragi e alle ultime Europee, con l'astigiano Gianni Goria candidato, la de è salita al 40%. E allora come analizzare la rilevante presenza di comunisti, che non intendono mettere in discussione simbolo, nome e riferimenti alla lotta di classe? Secondo gli osservatori politici astigiani l'inedito «record nazionale», che fa di Asti un caso unico nel panorama del pei precongressuale, è in gran parte merito di Caron e della sua popolarità: prima operario Fiat, poi assessore ai servizi sociali, è stato giovanissimo segretario di federazione, ma si è dimesso nell'81 ai tempi dello «strappo» di Berlinguer. Finora si sono svolti una trentina di congressi di sezione, per circa 1700 iscritti (la federazione di Asti ne conta poco meno di 2500). La partecipazione al voto è arrivata al 45% con risultati molto diversi dagli equilibri nazionali: la mozione del sì a Occhetto ha raccolto solo il 44,7 per cento dei consensi, mentre il fronte del no ottiene il 15% con la mozione IngraoNatta e quasi .il 40% per la 3 di Cossutta. I delegati già assegnati sono rispettivamente 51, 11 e 49. Al congresso provinciale, fissato per la fine della prossima settimana, si assisterà probabilmente ad una vittoria dei no. «E' ancora presto per dirlo, mancano ancora alcuni congressi di importanti sezioni» precisa Bruno Ferraris, ex assessore regionale all'Agricoltura, chiamato nella primavera scorsa a guidare la federazione di Asti, un posto che aveva già occupato negli Anni Sessanta. Ferraris è per il sì, appoggiato dal deputato Giancarlo Binelli e dal consigliere regionale Mario Amerio. La mozione ha raccolto anche la firma di una trentina di intellettuali astigiani, e ha vinto a Canelli, capitale degli spumanti, dove forse i comunisti si presenteranno alle prossime elezioni amministrative già con un nuovo simbolo. Ma nel resto dell'Astigiano e in alcune sezioni operaie di città, il fronte del no è in netta maggioranza. Per la mozione 2 (Natta-Ingrao) si è schierata Laurana Lajolo, figlia dello scrittore, che ha raccolto consensi soprattutto tra giovani e donne. Tra queste anche Marianna Comunale, moglie di Claudio Caron, che non ha seguito il marito sulla linea dura cossuttiana. I fedelissimi Caron li ha soprattutto nella Fiom. Con loro ha aperto un cir colo culturale marxista. «Siamo per un partito comunista che riconquisti i rapporti con la gente, condivida i bisogni reali delle classi più deboli ed emar ginate» spiega con grinta Caron durante i congressi. In una re cente intervista ha dichiarato: «In Italia non si possono avere rapporti su contenuti di tra sformazione della società con i craxiani né ci si può confondere con i radicali». Achille Occhetto è dunque avvisato. Sergio Miravalle Claudio Caron: non possiamo confonderci con i radicali
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