Per l'industria del bianco il 1989 è stato grigio di Valeria Sacchi

Per l'industrio del bianco il 1989 è stato grigio Per l'industrio del bianco il 1989 è stato grigio Zanussi aumenta il fatturato, ma accusa: «La lira forte danneggia l'export» COLONIA DAL NOSTRO INVIATO Nonostante l'encefalogramma del settore si mantenga piatto, nel 1989 il gruppo Zanussi è riuscito a guadagnare in Italia un punto in più di quota di mercato, superando il 24%. Ha aumentato il fatturato da 2.083 a 2.160 miliardi, ha mantenuto alti gli investimenti: 172 miliardi contro 118 (+45%) di cui 15 miliardi in acquisizione, alte le spese di ricerca (pari a 38 miliardi), con una crescita dell'indebitamento contenuta nel 7% e un cash-flow di 190 miliardi. Perfino in Inghilterra, dove la domanda del settore ha accusato un calo deli'11%, la Zanussi ha perso solo il 7% mentre in Italia è riuscita a manteriere le sue esportazioni al 70% del fatturato, seppure con margini inferiori. «L'Italia ha perso competitività anche per un andamento non nornjale dei rappor¬ ti di cambio lira-marco, a causa della rivalutazione della nostra moneta in regime di robusti differenziali di inflazione», ha detto ieri il presidente della Zanussi, Gianmaria Rossignolo, aggiungendo che, tuttavia, i risultati finali «saranno in linea con quelli dell'88. Ma questo del cambio è uno dei punti sui quali i produttori del settore devono chiedere al governo politiche diverse. L'attuale rapporto lira/ marco non è realistico e penalizza un settore che, per la sola Zanussi, contribuisce all'attivo della bilancia commerciale con 2.000 miliardi». Questi dati sono usciti ieri dai vertici della società di Pordenone in occasione della Domotechnica 90, il salone internazionale dell'elettrodomestico che si tiene ogni anno a Colonia, e che serve da termometro congiunturale. Un termometro che denuncia, quest'anno, una stasi generale cjel settore, con alcune eccezioni positive come la Germania, dove la crescita della domanda si mantiene superiore al 5%, o negative, com'è il caso d'Inghilterra e Stati Uniti, anch'essi in fase depressa. Inghilterra e Usa sono stati del resto i principali responsabili del calo degli utili della casa madre che controlla Zanussi, la svedese Electrolux. I conti Electrolux si sono chiusi con un profitto netto di 600 milioni di dollari (—3%) su un fatturato consolidato di 13 miliardi di dollari ( + 15%, metà dei quali per acquisizioni). Nonostante ciò, Anders Scharp, presidente e amministratore delegato di Electrolux, ha annunciato un aumento del dividendo da 11,50 a 12,50 corone svedesi. «Gli Anni Novanta saranno dedicati allo sviluppo di nuovi prodotti e di nuovi mercati» ha spiegato Scharp aggiungendo che, oggi, i produttori devono confrontarsi con una clientela più agguerrita, con grossi mutamenti nella distribuzione. Un concetto ripreso più tardi da Rossignolo, il quale ha osservato: «C'è un rallentamento nel processo di concentrazione. Ora la sfida si sposta decisamente sul prodotto e sull'offerta». Ha aggiunto ancora Scharp: «Tra le politiche del gruppo c'è l'internazionalizzazione del management e una maggiore presenza di investitori stranieri nel nostro capitale. Attualmente, circa il 20/25% del capitale Electrolux è sui mercati esteri. Vogliamo che questa quota cresca». In questo discorso si inserisce quello della imminente quotazione dei certificati Electrolux alla Borsa di Milano. «Abbiamo completato l'iter — ha detto Rossignolo — ora manca solo la firma del presidente della Consob». Soddisfatto di come vanno i suoi prodotti è Peppino Fumagalli, anche se il calo del merca¬ to lo preoccupa. Ma guida un gruppo, la Candy, che non ha un solo debito e ha se mai il problema di dove investire, e cosa acquisire. Più complessa la situazione della Ariston di Merloni, che deve digerire il boccone Indesit. Vittorio Merloni smentisce però qualsiasi ipotesi di cessione dell'azienda: «Non sono in vendita e, anche se i risultati di bilancio sono peggiorati, è migliorata la situazione finanziaria, con il consolidamento di parte dei debiti. Nel 1989 abbiamo rinnovato oltre il 60% della nostra gamma di prodotti, e entro l'anno completeremo l'integrazione con Indesit. Siamo i quarti in Europa, con un fatturato di 1.100 miliardi». Per Ariston, dopo Swiss Bank e Marcegaglia, è in arrivo un nuovo partner al 5%, «un socio finanziario italiano». Valeria Sacchi

Persone citate: Anders Scharp, Gianmaria Rossignolo, Peppino Fumagalli, Rossignolo, Vittorio Merloni