Nobili non vuole vendere i gioielli di famiglia di Roberto Ippolito

Nobili non vuole vendere i gioielli di famiglia Nobili non vuole vendere i gioielli di famiglia E'però deciso a portare più aziende in Borsa e attacca ancora l'Italstat signani, Delio Fabbri. La lunga introduzione e le risposte fornite hanno spaziato su più fronti, a cominciare dalla richiesta di aumentare le tariffe per Sip, Alitalia, Autostrade e Rai. Più volte è stata bersagliata l'Italstat guidata da Bernabei, la finanziaria per le infrastrutture che dovrà trasformarsi: «Lo stato muratore nel futuro non ci dovrà più essere. Ci sono le norme comunitarie da tenere in considerazione; non possono essere assegnate commesse se non attraverso gare». Questa battuta è l'unica concessione di Nobili (che è stato presidente della Cogefar, la maggiore impresa italiana di costruzioni) a un'eventuale contrazione della mano pubblica da settori economici. Questo, però, non significa sbarrare le porte al capitale privato. Il presidente dell'Iri ha annunciato di avere allo studio «la possibilità della presenza di tutte le aziende del gruppo nella borsa». E' un'iniziativa, ha sottolineato, «alla quale io tengo in modo particolare». La volontà di estendere la presenza in Borsa è un segnale di continuità rispetto a Prodi. Lo stesso Nobili ha parlato di 27 aziende Iri quotate: gli azionisti privati sono 430 mila; la capitalizzazione (cioè il valore totale dei titoli) è di 43.500 miliardi pari al 19,8% di tutte le società che figurano nel listino; l'Iri da solo distribuisce più del 27% dei dividendi. Nobili è al lavoro affinché gli «azionisti aumentino» e vuole «andare verso i risparmiatori, ma non perdere il controllo delle aziende». E' un'impostazione in perfetta sintonia con il presidente del consiglio Giulio Andreotti, suo sponsor, ma non gradita al presidente della commissione bilancio del senato, il de Nino Andreatta, che si batte per ampie privatizzazioni. I Nobili vede forti rischi in una politica di cessioni a tutti i costi: «Chi ci assicura che i privati non vendano le aziende ottenute e ci si trovi insieme a partner non graditi o di un paese non comunitario?». Nel quesito c'è forse un riferimento alla Sme che poteva finire a Carlo De Benedetti (il quale ha venduto la Buitoni alla svizzera Nestlè). Nobili non vede alcun motivo per rinunciare al 51% e «andare in minoranza, se non ce n'è bisogno». Il presidente dell'Iri (che in passato si è occupato dell'ipotizzata vendita della Cogefar all'Eni) si è posto una domanda paradossale: «Ci sono privati che chiedono al pubblico di entrare in loro aziende?». Parte della conferenza stampa è stata dedicata al problema delle nomine al vertice di società del gruppo. «Non ho avuto nessuna pressione politica», ha assicurato Nobili, prendendo spunto dalla tormentata (e mancata) scelta del nuovo amministratore delegato dell'Autostrade al posto di Gianni Pasquarelli, neo direttore generale della Rai. Il presidente dell'Ili ha tentato di mostrarsi estraneo ai giochi partitici, sostenendo che il rinvio per Autostrade è stato concordato con l'Italstat e accusando i giornali di inventare le manovre sulle candidature. Con la stampa non è stato tenero: è arrivato a dire che ben poche delle informazioni sull'Ili che si leggono sono vere. E' in particolare per il settore bancario che verrebbero riferite false voci. Tuttavia non è smentito il progetto di un accordo fra Banco di Roma e Imi. Nobili non ha bocciato l'intesa fra Credito italiano e la Banca dell'agricoltura da cui attende un segnale. Ha spiegato che non gli risulta che la Commerciale abbia ipotizzato un'integrazione con la Bnl. 3 Per le telecomunicazioni, ha insistito sull'opportunità di unificare la gestione dei telefoni. Non si è sbilanciato sulla fusione fra la Sip e l'Azienda di stato, immaginata dai ministri delle poste e delle partecipazioni statali, Oscar Mammì e Carlo Fracanzani: «Quando mi faranno conoscere le loro idee, saremo disposti a far sapere la nostra opinione». In generale, l'obiettivo è di «assemblare» il più possibile le società del gruppo e di tentare «poli» con l'Efim per militare, ferroviario e aeronautico. Sull'ipotesi di togliere l'Autostrade dall'Italstat, il presidente ha precisato: «Studieremo la forma azionaria migliore». La presenza della Sme nell'alimentare è giudicata «non estremamente importante»: occorrono «collaborazioni con privati» in Italia e all'estero. Roberto Ippolito

Persone citate: Bernabei, Carlo De Benedetti, Carlo Fracanzani, Delio Fabbri, Gianni Pasquarelli, Giulio Andreotti, Nino Andreatta, Oscar Mammì, Prodi

Luoghi citati: Italia