Sgominato il racket che «governava» le industrie di Fulvio Milone

Sgominato il racket che «governava» le industrie Sgominato il racket che «governava» le industrie Nel Napoletano finiscono in carcere 8 camorristi, i capi riescono a fuggire NAPOLI. Un uomo tranquillo, Michele Russo, tutto casa e lavoro. Negli uffici della Sip di Piazzolla di Nola, nell'entroterra Vesuviano, tutti lo apprezzavano come un tecnico modello. Nessuno era a conoscenza della sua seconda attività: talpa della camorra, informatore in un settore delicatissimo, quello delle intercettazioni telefoniche. Ogni volta che la Questura disponeva il controllo di una linea sospetta, lui avvertiva gli abbonati interessati. Michele Russo è rinchiuso da ieri all'alba in una cella del carcere di Poggioreale. Con lui sono stati ammanettati sette camorristi, il «gran consiglio» della banda di Carmine Alfieri, 47 anni, da dieci latitante, recentemente assolto con formula piena dall'accusa di avere organizzato, nell'agosto '84, una strage a Torre Annunziata: sei morti e due feriti. Oltre al capo sono riusciti a sfuggire all'arre¬ sto il numero due dell'organizzazione, Giuseppe Autorino, e il suo guardaspalle Marzio Sepe. Il sostituto procuratore Franco Roberti ha inoltre inviato avvisi di garanzia a 20 persone, i cui nomi rimangono «top secret». Tra gli indiziati c'è anche un medico, il quale avrebbe tenuto in cura Carmine Alfieri durante la latitanza. I reati sono di associazione a delinquere di stampo camorristico «finalizzata al controllo del territorio e delle attività industriali, commerciali e dei servizi». In pratica, spiega il capo della Criminalpol-Sud Matteo Cinque, la banda era riuscita f. costituire un «anti-Stato» nel tessuto sociale ed economico dell'Agro nolano. La polizia parla di un'organizzazione clandestina che agiva parallelamente alle istituzioni, garantendo «la pace sociale attraverso l'intervento diretto nei dissidi tra gruppi economici privati». L'indagine ha ridisegnato la mappa della camorra nella provincia nord-orientale di Napoli, sconvolta fino all'anno scorso dalle incursioni di mille piccole bande. «Oggi — spiegano gli esperti —. Comuni a rischio come Saviano, Piazzolla di Nola, sono pacificati: il numero delle rapine è calato in modo impressionante. Vuol dire che una bandea ha preso il sopravvento e imposto la pace. Lo stesso discorso comincia a valere in tutto il resto della Campania: bande come quelle dei fratelli Moccia e di Mario Iovine hanno vinto e stretto un patto di non belligeranza». Industria, commercio, appalti, enti statali, pubblica amministrazione: nel rapporto Criminalpol c'è l'elenco dei settori d'intervento della «camorra s.p.a.» presieduta da Carmine Alfieri. Gli inquirenti narrano di commercianti costretti a chiedere due licenze per aprire un negozio: una al Comune, l'altra agli uomini del boss latitante. Svelano anche la complessa rete di società (concessionarie di auto, finanziarie, edilizie) create per riciclare i capitali sporchi. Come la «lesa», impegnata nell'edilizia, ma che in realtà non avrebbe neanche un operaio alle sue dipendenze: uno dei titolari è Franco Ambrosino, 30 anni, arrestato ieri. Poche righe sono dedicate alle infiltrazioni camorriste nelle pubbliche amministrazioni. «Quella — spiegano gli inquirenti — è materia per altre indagini, che presto concluderemo». Erano certi dell'impunità, gli uomini di Carmine Alfieri. Nel loro libro paga avevano inserito preziosi informatori. E' il caso di Michele Russo, l'impiegato della Sip che, come sostiene l'accusa, avvisava gli abbonati le cui linee erano nel mirino della polizia. «Ma abbiamo sco¬ perto ben altro — aggiunge il vice questore Cinque —: nel Nolano l'opera di fiancheggiamento è vastissima, e fa parte della cultura della popolazione, che riconosce nella camorra un'autorità costituita. Non si tratta di omertà, ma di vera e propria collaborazione». Non a caso, all'alba di ieri, i centocinquanta poliziotti che hanno invaso i comuni Nolani non sono riusciti a prendere Carmine Alfieri e i suoi due più stretti collaboratori. «Appena il primo «gippone» ha varcato il casello autostradale di Nola, le popolazioni di almeno cinque comuni sono entrate in stato di allerta — commenta con amarezza un funzionario della Criminalpol —. Sta di fatto che la villa della famiglia Alfieri, una piccola reggia nel centro di Saviano, era deserta alle sei del mattino». Fulvio Milone

Luoghi citati: Campania, Napoli, Saviano, Torre Annunziata