Un boom a metà per il fisco di R. I.
Un boom a metà per il fisco Un boom a metà per il fisco Crescita del 12,4%, ma a Formica non basta ROMA. Il fisco ha fatto il pieno, ma non può dirsi del tutto soddisfatto. Infatti, anche se le entrate tributarie del 1989 hanno sfiorato i 291.832 miliardi di lire (con una crescita del 12,4 per cento rispetto al 1988), il «boom» è soltanto apparente. L'introito, pur superando abbondantemente i 277.911 miliardi del preventivo iniziale del governo, è rimasto al di sotto ai 295.021 miliardi previsti dal ministro Formica dopo l'approvazione dei provvedimenti di inasprimento fiscale. Tra questi l'incremento dell'aliquota minima dell'Iva dal 2% al 4%, la tassa di concessione governativa sulla partita Iva, il rialzo dal 18% al 19% della ritenuta d'acconto sul lavoro autonomo e i rincari delle concessioni governative. I dati, però, sono ancora provvisori, e non è escluso che a conti fatti la cifra possa risultare più sostanziosa, in modo da avvicinare l'obiettivo di Formica. Secondo il ministero delle Finanze, infatti, «è possibile che a consuntivo le entrate dell'anno subiscano un'integrazione, facendo attestare il gettito complessivo attorno ai 295 mila miliardi». L'ottimismo si spiega con le «contabilizzazioni non comunicate entro il 31 dicembre, anche per effetto delle agitazioni del settore bancario». A comprimere il «boom» fiscale ha contribuito l'andamento non esaltante dei tributi nell'ultima parte dell'anno (a dicembre, ad esempio, il fisco ha incassato soltanto 30.820 miliardi, 1952 in meno rispetto all'anno precedente). Secondo i dati diffusi dal ministero delle Finanze, le imposte dirette hanno fruttato 168.550 miliardi (+ 14,3% rispetto al 1988), le tasse e le imposte sugli affari 85.765 miliardi (+ 1 0%), le imposte doganali, sui consumi e la produzione 28.792 miliardi ( + 9,8%), i monopoli 6165 miliardi (+ 7%), il lotto e le lotterie 2650 miliardi (+ 15,8%). La «stangata» fiscale sembra essersi abbattuta soprattutto sulle società: per quanto riguarda le imposte dirette, infatti, l'aumento relativo alle persone giuridiche è stato del 29 per cento, mentre «l'imposizione sulle persone fisiche ha avuto un aumento molto più contenuto, pari al 10,6 per cento». Quest'ultimo risultato è peraltro legato alla restituzione del «fiscal drag» ai lavoratori dipendenti, per una cifra complessiva di circa 6 mila miliardi. Anche per questa ragione le ritenute sulle retribuzioni — sia ne! settore pubblico, sia in quello privato — hanno dato nel 1989 un gettito di 69.126 miliardi, con un aumento rispetto al 1988 di poco superiore al 6 per cento. [r. i.]
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