La Ddr delusa da Kohl: regala solo lezioni di Alfredo Venturi
La Ddr delusa da Kohl: regala solo lezioni La Ddr delusa da Kohl: regala solo lezioni Dura replica di Bonn: Modrow non rappresenta nessuno Se proprio lo volete sapere, dice Hans Modrow, sono davvero deluso. Il vertice è finito, e il capo del governo di transizione se ne è tornato a Berlino Est. Voleva un aiuto finanziario immediato, un bel pacchetto di miliardi, ma è rimasto a mani vuote. Ha ricevuto invece la promessa di una unione monetaria che suscita crescenti perplessità. Inoltre il governo federale ha aumentato gli stanziamenti di bilancio destinati a finanziare interventi vari, scaglionati nel tempo. I ministri di Modrow condividono la sua delusione: alcuni si dicono anche irritati. La sensazione dominante, implicita nelle dichiarazioni, è quella di chi non si sente preso sul serio. Non ci hanno presentato, dice Christa Luft responsabile per l'economia, uno straccio di progetto scritto. Mathias Platzek, uno dei ministri senza portafoglio che rappresentano l'opposizione, dice che Helmut Kohl si è comportato come un maestro di fronte agli alunni. BONN Delusione anche nella stampa tedesca orientale. Bonn, lamenta la Neues Deutschland, non ha offerto niente di concreto. Per creare la commissione di esperti incaricata di studiare l'unione monetaria, dichiarano i socialdemocratici dell'Est, non serviva un vertice: bastava una telefonata. Un altro degli oppositori cooptati nel governo Modrow, Gerd Poppe, si dichiara soprattutto deluso per la reticenza del Cancelliere sul riconoscimento della linea Oder-Neisse. Sempre pronto a parlare a nome di tutti i tedeschi, Kohl si trincera dietro il fatto che solo gli organi della futura Germania unita potranno pronunciarsi su questo punto. Anche gli oppositori interni attaccano Kohl sul tema del confine: il Cancelliere, dice il socialdemocratico Vogel, ha perduto una preziosa occasione per eliminare questa pericolosa ambiguità. Il governo federale respinge ogni accusa, e sottolinea ancora una volta senza tanti complimenti che con il primo ministro Modrow, a cinque settimane dal voto che lo spazzerà via dalla scena politica, non si DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il premier della Ddr Hans Modrow può andare oltre gli impegni interlocutori. In particolare, sottolinea impietosamente Theo Waigel, ministro delle Finanze, non avrebbe senso accordare un credito oggi alla Repubblica Democratica. Altri, come il liberaldemocratico Otto Lambsdorff, trovano che Modrow non è affatto tornato a Berlino a mani vuote: l'unione monetaria, spiega, vale molto di più che semplice denaro contante. Ma anche l'unione monetaria, così come è stata presentata finora, continua a suscitare critiche, che ieri i responsabili del mondo produttivo hanno spiegato a Modrow. I cinque saggi, una specie di direttorio teorico dell'economia tedesca, si sono fatti portavoce di queste riserve in una lettera a Kohl. Introdurre il marco federale nell'altra Germania, fanno sapere i cinque, è la ricetta sbagliata per arginare il flusso dei profughi. Una unione monetaria, spiegano, è concepibile soltanto dopo che il sistema economico e sociale della Repubblica Democratica abbia decisamente imboccato la strada di una trasformazione secondo le leggi del mercato. L'economista Christian Watrin riassume in una formula piuttosto efficace i rischi impliciti nell'unione monetaria: è come ia parete Nord dell'Eiger d'inverno. Cioè, per chi non avesse familiarità con l'alpinismo, un muro vertiginoso di roccia e ghiaccio. Più incoraggiante Karl-Otto Poehl, presidente della Bundesbank, che sta mantenendo la promessa secondo cui avrebbe appoggiato lealmente il progetto gover- nativo. I costi? Si tratta, dice Poehl, di un investimento per il futuro. Sull'ammontare di questo investimento manca ogni valutazione certa. Helmut Haussmann, ministro federale dell'Economia, dice per esempio che nessuno conosce l'esatto ammontare delle pensioni, che bisognerà convertire dalla moneta orientale al marco federale. La più grande incertezza regna sulle modalità dell'unione. Per esempio sui tassi per il cambio della moneta. Wolfgang Krebs, direttore della Staatsbank di Berlino Est, suggerisce due proposte alternative per i risparmi: o vengono cambiati alla pari fino a un massimo di cinquemila marchi, oppure vengono cambiati senza limitazione, al tasso di un marco federale per ogni due orientali. Per la commissione mista varata l'altro ieri da Kohl e Modrow, che si porrà al lavoro martedì prossimo sotto la presidenza di Horst Koehler, sottosegretario federale alle Finanze, si preannuncia un lavoro non proprio facile. Alfredo Venturi
Luoghi citati: Berlino, Berlino Est, Bonn, Ddr, Germania
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