Salvato dal porno il gerarca caduto di Livio Zanetti

Urban, l'ex portavoce del governo comunista polacco, scrive le sue memorie erotiche Urban, l'ex portavoce del governo comunista polacco, scrive le sue memorie erotiche Salvato dal porno il gerarca caduto Li A democrazia è davvero generosa. Nella Polonia post-comunista, con tratto magnanimo, sta offrendo una chance di recupero perfino agli ex gerarchi rimasti senza lavoro. Cerca di reinserirli: se non proprio nel mondo della politica o del sindacato o dell'amministrazione pubblica o dell'industria leggera, in quello dell'erotica pesante. Da ora in poi, per chi ci sa fare, la pornoletteratura è un vasto territorio aperto a tutte le avventure, una nuova frontiera. Anche in quest'area finora scarsamente frequentata tutto sta infatti cambiando e per tutti c'è posto. Niente liste di proscrizione. La Polonia è cattolica ma non sessuofobica; e i suoi leader decaduti, purché diano prova di una certa predisposizione, avranno modo di esibirsi uberamente in ogni specie di prosa trasgressiva, ma soprattutto nel difficile genere della memorialistica hard. Uno di loro, tra i più prestigiosi, l'ex portavoce del governo comunista Jerzy Urban, ha già cominciato. «Collant strappati» è il titolo della sua opera prima, accuratamente confezionata secondo la più sicura ricetta dei classici dell'Osceno: un protagonista col fascino dei grandi brutti («orecchie simili a salsicce, testa lucida rapata, occhietti da maiale»), le sue donne con un'irresistibile vocazione al jeu de massacre, un plot piuttosto ovvio ma con impennate di alta acrobazia, e il tutto rigorosamente autobiografico — almeno a quanto assicura l'autore. Il libro sta richiamando intorno alle edicole una gran folla di polacchi, convinti di accedere a un'assoluta novità, mentre invece hanno di fronte il più vecchio dei fenomeni. Come ripetono fino alla noia avuto parecchi fertili imitatori anche in tempi successivi e in altri schieramenti politici. Oggi come oggi, per fortuna, il genere è ormai desueto. Ciò nonostante, possiamo considerarci del tutto fuori pericolo? Chi può garantircelo con sicurezza? Nessuno. Di politici refoulé è sempre piena la piazza, e chissà cosa si annida nel profondo dei loro cassetti. Tutto è possibile, e non avremmo di che stupirci se prima o poi saltasse fuori un impegnativo «Trattato sull'immaginario erotico-parlamentare», sottotitolo: «Dieci anni dietro i seggi di Montecitorio»; o un ciclo di racconti minimalisti sotto il melanconico titolo di «Ero una senatrice molto sola»; o magari le molto criptiche e ancor più pericolose «Memorie di un piduista travestito». Nell'incombente minaccia, un solo pensiero può confortarci: a parte qualche rara eccezione, i nostri politici non sono capaci di scrivere niente. da circa settantanni i manuali di psicoanalisi, la fabulazione oscena è una valvola di sfogo per le aggressività frustrate. Niente di strano, perciò, se un politico bloccato nell'avventura del potere scarica le sue libido autoritarie nella compilazione di romanzi pornografici. Una smania di dominio troppo a lungo compressa si placa nella sfrenatezza delle fantasie sessuali. Qualche caso lo si è già visto anche qui, dalle nostre parti. Per fare solo un esempio, Benito Mussolini, negli Anni Dieci, quando era soltanto un rivoluzionario appiedato, si consolava scrivendo a puntate un feuilleton porno-sacrilego significativamente intitolato «L'amante del cardinale»: capostipite di un filone che avrebbe Livio Zanetti i

Persone citate: Benito Mussolini, Jerzy Urban, Urban

Luoghi citati: Polonia