L'Enimont torna sul tavolo di Andreotti

L'Enimont torna sul tavolo di Andreotti Nuova fumata nera dal comitato esecutivo, Gardini e Cagliari sono «prigionieri» di Palazzo Chigi L'Enimont torna sul tavolo di Andreotti Intanto il titolo scivola in Borsa MILANO. Riprendono le grandi e misteriose manovre attorno a Enimont. Ieri pomeriggio si è riunito a Milano il Comitato degli azionisti della joint venture chimica, previsto già la scorsa settimana e poi rinviato su richiesta dell'Eni, per esaminare il preconsuntivo del 1989, il budget per l'anno in corso e per verificare le strategie industriali. Il presidente della Montedison, Raul Gardini, e quello dell'Eni, Gabriele Cagliari, avrebbero dovuto iniziare a discutere le condizioni possibili per una ridefinizione dei patti costitutivi di Enimont. Ma il complesso e articolato confronto non si è ancora avviato: le parti, infatti, aspettano qualche indicazione chiarificatrice dal vero regista dell'operazione, cioè il governo. L'incontro di ieri, durato meno di un'ora, è stato interlocutorio come si è appreso da una nota diffusa in serata: «La riunione odierna del Comitato direttivo del sindacato Enimont è stata aggiornata a breve termine. Il presidente dell'Eni e il presidente della Montedison attendono infatti di essere convocati dal presidente del Consiglio». I due soci di riferimento di Enimont, dunque, dopo aver incontrato Andreotti la scorsa settimana vogliono un ulteriore confronto. La convocazione da parte di Palazzo Chigi non dovrebbe tardare. Forse già questa sera Gardini e Cagliari potrebbero vedersi con il presidente del Consiglio. In ogni caso l'incontro dovrebbe svolger si nel giro di pochissimi giorni Al Comitato degli azionisti Enimont erano presenti per la Montedison Gardini, Giuseppe Garofano e Carlo Sama (che rappresentava per procura Alexander Giacco) e per l'Ente pubblico Cagliari, Dario Cifoni ed Enzo Barbaglia. Come mai i due azionisti chiedono di parlare con An dreotti? Molto probabilmente Gardini e Cagliari, prima di mettere mano ai patti e discutere di eventuali nuovi conferimenti di attività, attendono dal governo segnali chiari su quali sono le linee di intervento dello Stato nella chimica. E in particolare su quale ruolo deve giocare l'Eni nell'Enimont, tenuto conto che la chimica pubblica è finita nella joint venture. Questa scelta tocca al governo e in particolare ai ministri delle Partecipazioni Statali, Carlo Fracanzani, dell'Industria, Adolfo Battaglia, al vicepresidente del Consiglio, Claudio Martelli. Sono loro, infatti che assieme ad Andreotti seguono più da vicino il caso Enimont. Un appuntamento importante è fissato per domani alla commissione bicamerale delle Partecipazioni Statali dove il ministro Fracanzani ha in programma un'audizione proprio sulla vicenda Enimont. Ieri mattina, prima della riunione del vertice Enimont, la giunta dell'Eni ha discusso per un paio d'ore la situazione e la possibile evoluzione dei rapporti con l'azionista privato. Non è uscito niente di ufficiale. Tuttavia è stato molto significativo vedere come nella sede dell'Eni di via Borgonuovo siano entrati, oltre ai membri della giunta, anche due professionisti del diritto societario come Piergiusto Jaeger e Alessandro Pedersoli. Nomi consueti quando si tratta di discutere di patti di sindacato, vincoli e accordi tra soci. Sintomo evidente che qualcosa si sta muovendo su questo fronte. E' vero che Foro Buonaparte vuole conferire Himont in Enimont? «Non ne ho neanche sentito parlare» ha risposto il presidente dell'Eni Cagliari mentre entrava nel portone. Nel primo pomeriggio, poi, anche il presidente dell'Enimont, Lorenzo Necci, è andato da Cagliari. «Sono stato convocato dal presidente dell'Eni» si è limitato a dire Necci. In precedenza anche altri dirigenti della joint venture chimica, come il consigliere Antonio Sernia e il presidente di Enimont International, Mario Aitali (entrambi ex manager Eni) si erano incontrati con Cagliari. Nel frattempo in Borsa Montedison ed Enimont continuano a perdere terreno. Il clima di incertezza che circonda le sorti della joint venture, con le possibili conseguenze sui conti di Foro Buonaparte, si ripercuote direttamente sull'andamento dei titoli. Ieri la Montedison è ulteriormente scesa ed il titolo ordinario ha perso lo 0,20 per cento terminando a 1911 lire; più deciso il ribasso per Eni mont che ha perso lo 0,79 per cento scendendo al di sotto del le 1500 lire e giungendo a quota 1490 lire. Rinaldo Gianola Il presidente della Montedison Raul Gardini

Luoghi citati: Cagliari, Milano