Ucciso il ragioniere miliardario
Ucciso il ragioniere miliardario Impiegato alla Nettezza Urbana, ma viaggiava su una Thema Ferrari Ucciso il ragioniere miliardario Palermo, era sospettato per traffico di droga PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Impiegato alla mattina e miliardario al pomeriggio, il ragioniere dalla doppia vita è stato ucciso a colpi di lupara, in un agguato a Palermo. Antonino Davi, 43 anni, lavorava all'Amia, azienda municipale dell'igiene ambientale, ma per viaggiare usava una Lancia Thema Ferrari o una Mercedes blindata. Sua una lussuosa villa sulla circonvallazione di Monreale nella cintura palermitana. Alle spalle Davi aveva una vita movimentata e — dicono gli inquirenti — una consolidata appartenenza a gruppi implicati nel traffico di stupefacenti, in primo luogo eroina e cocaina, tra Sicilia, Lazio e Lombardia. I sicari sono entrati in azione lunedì sera, mentre la vittima al volante della Thema Ferrari aveva già premuto il telecomando per aprire il cancello della villa. Davi è stato crivellato dai proiettili che l'hanno raggiunto alla testa e al petto. Gli assassini — almeno due — sono fuggiti su un'automobile di media cilindrata che nessuno è stato in grado di descrivere. «Era più che probabile che prima o poi andasse a finire così», ha commentato un investigatore della polizia. Antonino Davi era molto conosciuto e soltanto chi non era al corrente della sua doppia vita si stupiva per il tenore di vita assolutamente inadeguato allo stipendio di ragioniere. Gentile, cordiale e abile negli affari e tempo fa era entrato in società nella ditta di generi alimentari «La Siciliana» e aveva anche interessi in una radio privata. Il 31 luglio dell'81 il «ragioniere» era stato sorpreso mentre faceva baldoria con eroina e hashish e fu arrestato. Poi Davi fu condannato a quattro anni e tre mesi di reclusione p sospeso dal servizio nel quale fu poi reintegrato in attesa del giudizio definitivo. Un paio di anni fa aveva festeggiato la scarcerazione nella villa a due piani che si era fatto costruire a 7 sette chilometri dal suo ufficio nel cuore di Palermo. La sua movimentata vita sentimentale, costringe gli investigatori della sezione omicidi della squadra mobile e del reparto operativo del gruppo carabinieri «Palermo 2» a indagare anche sull'ipotesi di un delitto per gelosia. Ma la pista previlegiata è quella del traffico di eroina, il solo — affermano — che avrebbe potuto garantire il vistoso successo economico raggiunto dal «ragioniere». Il sostituto procuratore della Repubblica Giusto Sciacchitano sta coordinando le indagini. Ma nessuno sembra sapere niente, neanche i familiari interrogati ieri notte. la. r.]
Persone citate: Antonino Davi, Giusto Sciacchitano
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